Secondo quanto è stato diffuso da CNBC, Morgan Stanley, una delle più grandi banche d’affari del mondo, nonché intermediario e broker per centinaia di migliaia di americani, avrebbe autorizzato i propri promotori a proporre gli ETF su Bitcoin alla clientela.
Si tratta di un passo in avanti importante e decisivo per prodotti che comunque hanno già avuto un enorme successo a Wall Street. Si tratta dell’arrivo dei grandi broker di cui si parla ormai da tempo e del quale aveva già parlato anche BlackRock.
Un altro passo in avanti per prodotti che hanno già raccolto quasi 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti, e che dovrebbero essere anche veicolo di adozione per gli altri ETF, quelli su Ethereum.
E forse una svolta importante tanto quanto l’arrivo degli ETF Bitcoin negli Stati Uniti. Uno dei più grandi gruppi finanziari del paese, Morgan Stanley, avrebbe infatti autorizzato i propri promotori finanziari e gestori di una certa clientela, a proporre gli ETF su Bitcoin.
Si tratta di un’ottima notizia su diversi fronti: il primo è quello delle vendite. Certi intermediari sono in grado di portare in dote agli ETF quantità di denaro assolutamente importanti.
Il secondo è la sorta di riconoscimento che Bitcoin riceve da un gruppo che storicamente non gli è quasi mai stato molto vicino, e che ora invece, ad una clientela molto specifica, cercherà di vendere gli ETF.
I più cinici ci terranno a ricordare che comunque è qualcosa che a Morgan Stanley frutta commissioni, cosa che è vera. Ma è anche vero che MS analizza gli asset prima di proporli a una clientela che vede in questo gruppo una guida importante. E che per questo motivo è più che felice di pagare commissioni importanti.
In realtà sono tanti i gruppi che starebbero conducendo lo stesso tipo di analisi, e le stesse valutazioni. Come era stato ricordato più volte in pubblico ad esempio dagli esponenti di BlackRock, ci sarebbe voluto del tempo per vedere intermediari di questo livello iniziare a offrire, o proporre, alla propria clientela gli ETF su Bitcoin.
Bitcoin rimane infatti una asset class nuova, almeno su certi palcoscenici. È bisogna non dimenticare che il palcoscenico in questione è sia il più importante del mondo, sia, per operatori come Morgan Stanley, uno dei più conservatori.
Parliamo di un gruppo che ha oltre 1.500 miliardi in gestione e che è uno dei nomi più noti della finanza internazionale. Non esattamente un piccolo intermediario e non esattamente una notizia che passerà inosservata, anche ai piani più alti di Wall Street.
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