Tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità. È la nostra promessa editoriale da sempre e dovremo applicarla anche al caso Ripple, che ha vissuto un luglio assolutamente importante, spinto però più di soliti noti sui social che dal cammino concreto verso una soluzione di diversi casi che circondano il progetto.
Luglio, avevano scritto all’impazzata diversi account su X, sarebbe dovuto essere il mese dell’accordo definitivo con SEC, accordo che in tanti aspettano con grande ansia perché si ritiene che possa spingere verso l’alto le quotazioni di $XRP. Ci sono però questioni che riguardano il caso Ripple e che dovremmo utilizzare, tutti, anche per ricavare qualche lezione.
Lezioni che purtroppo al mondo degli appassionati crypto sembrano piacere davvero poco, dato che comunque si continua a cadere in tranelli, fesserie di influencer e più in generale bugie e menzogne che vengono scritte per aumentare il valore del proprio portafoglio.
Con una piccola premessa: non si tratta di un approfondimento contro Ripple. E anzi, è un approfondimento che nasce dalla necessità di fare chiarezza su quanto sta avvenendo da quelle parti, anche per limitare le false aspettative che, quando frustrate, finiscono per danneggiare il progetto più che aiutarlo.
Ci sono certamente account interessanti e che fanno informazione seriamente. C’è poi però un esercito di professionisti della disinformazione che diffondono notizie inesistenti (come quello della fine della causa tra SEC e Ripple entro luglio). E sono account che hanno un certo seguito, con le loro menzogne che vengono ripetute all’infinito, fino a diventare per una larga parte del pubblico assolutamente vere.
SEC e Ripple si stanno scontrando in tribunale e su diversi aspetti le due parti si sono incontrate e probabilmente si incontreranno, anche per questioni meramente procedurali. Questi incontri, al contrario purtroppo di quanto scrivono in molti, non vogliono dire necessariamente accordo.
E quindi anche quando in calendario c’è un incontro, meglio tenere le aspettative molto basse.
La verità di fondo è che la causa SEC vs Ripple si è già risolta. O meglio: Ripple, lo scorso anno, ha evitato il peggio con il giudice Torres che ha dichiarato le vendite sul mercato secondario non security.
Per quanto sia ancora importante valutare l’impatto della seconda pronuncia, che riguarda direttamente comunque Ripple Labs e i suoi dirigenti, siamo ormai al di fuori della possibilità di una multa che possa atterrare il progetto o farlo fallire.
Quando ci sarà la sentenza, i mercati reagiranno valutando l’entità della multa rispetto alle aspettative che si erano formate tra gli specialisti. E subito dopo sarà un ritorno all’ordinaria amministrazione, perché già oggi Ripple ha davvero pochi problemi a tornare alla normalità negli Stati Uniti, tant’è che è ormai ricomparso su diversi exchange (USA, da dove era stato eliminato).
E quindi, almeno ad avviso di chi vi sta scrivendo, ci si dovrà concentrare di più sui nuovi progetti dentro Ripple, a partire dallo stablecoin annunciato qualche settimana fa, che a questioni processuali che stanno, finalmente, arrivando a conclusione.
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