Dopo 48 ore di grande tensione e di grande scarico – principalmente sulle borse tradizionali ma anche sui mercati crypto – si è tornati ad una sorta di normalità. La sessione di borsa in Giappone ha riportato i livelli dei principali indici sopra ai livelli pre-scarico, segnale che i mercati sembrerebbero aver digerito l’intera vicenda.
Tuttavia, prima di parlare della possibilità di peggio alle spalle, andranno fatte diverse considerazioni che riguardano la situazione dei fondamentali e anche lo stato di nervosismo di mercati che stanno vivendo un agosto certamente non al top.
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Sono mondi in correlazione, ma che stanno viaggiando comunque a velocità diverse. La borsa di Tokyo, con la sessione odierna, è tornata su livelli pre-scarico e pre-cambiamento dei tassi al rialzo, segnale che tutto lo scarico è stato completamente assorbito e che si è tornati, almeno da quelle parti, ad una completa normalità.
Ieri c’è stato anche un netto recupero da parte delle borse USA, che potrebbe continuare nel corso della giornata. E per quanto riguarda il mondo crypto e Bitcoin, che sono però lontani ai livelli di prezzo che avevamo avuto prima della mini-crisi.
Bitcoin viaggia sui 57.000$, che dovrà provare a conquistare nel corso di questa giornata. Ethereum è tornato in quota 2.500$, ma comunque entrambi molto lontani dai livelli di prezzo di giovedì e venerdì.
È la grande domanda alla quale nessuno riesce a dare una risposta. Le ipotesi sono per il momento due:
I mercati hanno iniziato a scaricare dopo una combo di notizie che probabilmente in altri periodi dell’anno – e in migliori condizioni economiche generali – non avrebbero causato il caos che abbiamo visto negli ultimi giorni di scambi.
Venerdì il dump è stato esacerbato da una lettura dei dati sul lavoro e sulla disoccupazione certamente non buoni, ma lontani, anzi lontanissimi da quelli che ci si aspetterebbe durante una crisi. Rimane il fatto però che soprattutto negli USA la crescita economica apparirebbe comunque piuttosto solida, per quanto siano dati che laggano, ovvero che sono in ritardo rispetto all’andamento effettivo dell’economia reale.
Il rimbalzo, per chi crede che questo sia il caso, vorrebbe dire poco o nulla. E il peggio dovrebbe ancora arrivare, con diversi data point in attesa prima del 18 settembre, data durante la quale Federal Reserve sarà chiamata a decidere sui tassi.
È la tesi peggiore, che esclude il soft landing, ovvero appunto la possibilità di un ritorno su tassi di interesse più bassi e dunque a un nuovo ciclo senza che si attraversi un periodo di recessione.
Non ci saranno grandi dati in grado di muovere i mercati, almeno fino a giovedì.
Alle 14:30 di giovedì gli USA pubblicheranno di nuovo gli initial jobless claims, insieme alla media delle 4 settimane. E dato quanto sono stati reattivi nel corso dell’ultima settimana, saranno dati da seguire.
Per il resto la settimana dovrebbe essere, a meno di clamorose sorprese, piuttosto tranquilla. A dominare lo scenario saranno le questioni che riguardano l’andamento generale dell’economia.
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