Nuovo regolamento dalla Russia per quanto riguarda le possibilità di fare mining di criptovalute nella Federazione. Secondo quanto è stato diffuso da Anadolu Ajansi, agenzia di stampa turca, Vladimir Putin avrebbe firmato nella giornata di ieri, giovedì 10 agosto, una nuova legge che istituirà un registro degli operatori del settore.
La legge sarà operativa tra 10 giorni e riserverà alle entità di diritto russo la possibilità di effettuare questo tipo di operazioni. Per i privati sarà possibile continuare a farlo pur tenendo conto di limitazioni importanti in termini di consumo personale di energia elettrica.
La Russia è soltanto l’ultimo dei paesi che normalizza un settore come quello del mining che è al centro di battaglie geopolitiche importanti, con il candidato presidente Donald Trump che ha promesso di rendere gli USA una nazione Bitcoin anche grazie a leggi a tutela delle imprese che svolgono questo tipo di operazioni.
Cosa c’è nella legge russa sul mining Bitcoin?
All’interno della legge che è stata firmata da Vladimir Putin ci sono diverse nuove normative che andranno a regolarizzare il settore. In primo luogo non sembra sia possibile per le società estere svolgere questo tipo di attività – il mining su Bitcoin – sul territorio russo.
Sarà inoltre istituito un registro speciale al quale dovranno iscriversi tutte le società del settore, le quali saranno inoltre sottoposte a controlli di carattere AML, per i quali però non sono stati forniti dettagli, almeno per il momento.
Per quanto riguarda i privati invece, ci saranno delle limitazioni sul consumo energetico delle loro attività per la partecipazione a Bitcoin e al processo che lo rende più sicuro. Superate tali limitazioni, dovranno costituirsi in società e iscriversi al registro. Al di sotto di certe soglie, invece, sarà possibile per i privati svolgere questo tipo di attività senza alcun tipo di registrazione.
Il mining al centro della prossima questione… geopolitica?
Probabilmente sì. Donald Trump ha già promesso in caso di vittoria di voler tutelare l’intera industria, evitando che i miner di livello professionale finiscano per accasarsi altrove. Questo in opposizione a eventuali restrizioni delle quali si è già parlato a livello federale e che diverse amministrazioni locali hanno già implementato.
Quella del mining Bitcoin rimane dunque una questione dai risvolti importanti anche sul piano politico, con la mossa della Russia che potrebbe essere interpretata anche in questo senso, per quando la Federazione non sia un luogo per ora in grado di competere con i paesi “preferiti” da parte delle grandi società di mining.