Le elezioni USA sono uno dei temi più caldi tra quelli discussi tra gli appassionati di mercati, crypto e non. Per quanto riguarda il piccolo, grande mondo del quale ci occupiamo all’interno di Criptovaluta.it, la situazione si è sviluppata in modo piuttosto netto.
C’è un candidato, Donald Trump, che viene ritenuto l’opzione migliore che potrebbe uscire dalle urne di novembre, e c’è un altro candidato, Kamala Harris, che in realtà potrebbe continuare sulla falsariga del predecessore Joe Biden, per quanto stia tentando di ricucire i rapporti.
La tesi, che a molti apparirà come balzana, che vogliamo analizzare su queste pagine riguarda le possibili evoluzioni di questa vicenda, tenendo conto anche del recupero, importante, ai danni di Trump. È un problema? È tutto finito? Non potremo più contare su un futuro presidente a favore di Bitcoin e crypto? Forse la situazione è più tranquilla di quanto potrebbe apparire.
Ne abbiamo parlato già più volte su queste pagine: l’apertura di Donald Trump al mondo crypto non può che essere considerata come, almeno parzialmente, artefice di parte della corsa di Bitcoin e crypto nel corso delle ultime settimane.
Il motivo è facile da spiegare: siamo davanti, per la prima volta, ad un candidato che oltre ad essere a favore del settore (almeno nelle promesse elettorali), ha buone possibilità di vittoria. E questo ha portato tanti a scommettere al rialzo sull’intero comparto, con scommesse che sono andate crescendo al crescere delle possibilità di vittoria di Trump stesso.
Ora le cose però stanno cambiando – e continueranno a cambiare dato che mancano ancora 3 mesi all’appuntamento elettorale. Kamala Harris, almeno secondo i dati e le scommesse che sono state raccolte da Polymarket, è in netto recupero. E ora ha più probabilità di vittoria di Trump stesso.
Con ogni probabilità questo (momentaneo?) cambiamento negli atteggiamenti di chi effettua previsioni e di chi investe nel mondo crypto.
I punti importanti sono due:
…tanto avversa al settore quanto lo è stato Joe Biden con la sua amministrazione? Rimarrà probabilmente la peggiore delle due opzioni per il mercato, ma i tentativi di ricucire rapporti ci sono già stati, per quanto in diversi li abbiano definiti come più che raffazzonati. C’è comunque spazio per l’industria affinché si guadagni una posizione migliore anche nella piattaforma democratica.
Nelle ultime ore sembrano esserne tutti o quasi convinti. La scelta di JD Vance è interpretata dai più come un errore e anche il momentum post-attentato sembra essersi completamente esaurito. Mancano però 3 mesi alle elezioni. E la storia ci insegna che possono accaderne ancora di tutti i colori.
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