Si muovono circa 10.000 Bitcoin che sono di proprietà ora degli Stati Uniti d’America, perché sequestrati all’interno del complesso caso Silk Road, il caso legato a quello che è un po’ un idolo almeno della vecchia guardia degli appassionati crypto, Ross Ulbricht.
I coin sono stati spostati nella giornata di ieri e hanno raggiunto come destinazione Coinbase Prime, la piattaforma che Coinbase riserva ai suoi clienti professionali e che è legata anche al suo servizio di custodia.
Ed è proprio a questo servizio di custodia che sono legati con ogni probabilità questi spostamenti, per un caso che – come spesso accade nel mondo crypto – ha più livelli di lettura e più cose da comprendere prima di muoversi.
Il caso sembra uscito da uno dei romanzi di John Grisham che in tanti stanno leggendo sotto l’ombrellone in una giornata di meritato riposo per tutto il nostro Paese. 10.000 Bitcoin che arrivano dal caso The Silk Road, il mercatino dove era possibile comprare di tutto pagando (anche) in Bitcoin, gli US Marshals, polizia federale che si occupa di gestire gli asset sequestrati e un exchange crypto che ormai è quello preferito del governo USA.
Cosa sta succedendo? Sono stati spostati, secondo l’ottimo servizio che viene offerto da Arkham, 10.000 Bitcoin legati a questo caso, cosa che ha fatto pensare a molti ad una vendita improvvisa da parte del governo USA di parte dei tanti Bitcoin che ha a disposizione.
Potrebbe essere certamente questo il caso, per quanto in realtà ci siano altre spiegazioni che per il momento sembrano essere più intelligenti e più sul pezzo.
Gli US Marshals, che come abbiamo visto sopra si occupano anche della gestione e della vendita di asset sequestrati come i BTC di Silk Road,hanno siglato un accordo lo scorso 1° luglio proprio con Coinbase per la custodia degli asset digitali sequestrati.
E questo vuol dire che con ogni probabilità lo spostamento è arrivato per sfruttare questo accordo e permettere a Coinbase di prendersi cura di asset che sono comunque in attesa di essere venduti.
Se è vero che la blockchain ci permette di studiare questi spostamenti, è altrettanto vero che una volta raggiunti i wallet degli exchange, che conservano i Bitcoin di tanti clienti (compreso il governo USA), è praticamente impossibile sapere cosa succederà dopo.
Ad ogni modo il governo USA è stato sempre piuttosto organizzato nella vendita di questa tipologia di asset, con spostamenti misurati e vendite spalmate nel tempo proprio al fine di non impattare eccessivamente sul prezzo. Non vi sarebbero pertanto motivi di preoccupazione. E anche questa, come quella di Mt. Gox, è una di quelle storie che sarà bene mettersi alle spalle il prima possibile.
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