Arriva anche State Street nello spazio della tokenizzazione. Il gruppo bancario, che è tra i più importanti degli Stati Uniti, ha infatti comunicato di aver scelto Taurus come custode di asset digitali e anche come interlocutore appunto per la tokenizzazione. Tutto questo da una banca che si sta battendo per una regolamentazione più chiara negli Stati Uniti di tutto il comparto, a partire dalle regole (per molti cervellotiche e assurde) sulla custodia bancaria di certi asset.
Parliamo di un gruppo che è tra i più conosciuti e potenti del mondo e che ha appunto nominato Taurus, una vecchia conoscenza dei lettori di Criptovaluta.it, per i servizi di custodia connessi ai suoi servizi.
Tokenizzazione, RWA e Web3 continuano ad essere dei trend che stanno raccogliendo consensi soprattutto nel mondo della finanza tradizionale, una finanza che guarda a queste nuove tecnologie anche per i miglioramenti in termini di infrastruttura che sono in grado di offrire ad un mercato che ne ha certamente bisogno.
Sarà Taurus, gruppo che si occupa da tempo di custodia e che ha già stretto diversi accordi con grandi gruppi bancari e che ha tra gli investitori anche Deutsche Bank ad offrire i servizi di custodia che servono a State Street.
State Street che è praticamente costretta a rivolgersi a servizi di terzi date le regole invero assai particolari negli USA per i gruppi bancari che vogliono fare custodia.
Taurus è stata scelta in vista del lancio dei progetti di tokenizzazione degli asset reali che saranno presto lanciati dal gruppo – che per il momento però non si è ancora sbottonato sulla natura del fondo stesso, il contenuto e i clienti che verranno serviti.
La necessità di un custode terzo lascerebbe pensare al fatto che State Street andrà ad utilizzare blockchain pubbliche, scelta che non è assolutamente scontata, dato anche il fatto che in tanti dei gruppi finanziari più importanti del mondo preferirebbero situazioni e infrastrutture… maggiormente controllabili.
Quella tra blockchain pubbliche e private, Ethereum vs soluzioni alla Cantor, sarà uno dei temi principali del prossimo ciclo. Noi ci siamo già espressi sul tema, ritenendo le blockchain pubbliche superiori anche per fondi e gestioni che richiedono whitelist e altre complicazioni che invece nel mondo della DeFi non ci sono.
Non tutti sceglieranno di muoversi in questo senso, vuoi appunto per quella tendenza al micro-managing di qualunque tipo di attività, vuoi perché forse di fiducia in certi tipi di network ce n’è ancora – ingiustificatamente – poca.
È uno dei gruppi finanziari più importanti del mondo. Opera dal 1792 e oltre 45.000 dipendenti.
È uno dei simboli del capitalismo vecchia scuola e il fatto che si stia avvicinando al mondo che seguiamo tutti i giorni su Criptovaluta.it è comunque un ottimo segnale!
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