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Toncoin? Nessun CEO di Bitcoin è stato arrestato!

Titolo provocatorio a seguito di quanto successo in Francia poche ore fa: il CEO di Telegram - Pavel Durov- è stato arrestato e la crypto Ton è crollata.

Quando amici, parenti e – per lo più conoscenti – con i quali mi trovo a parlare per la prima volta semplicemente perchè vicini al mio ombrellone o al tavolo mentre mi trovo a sorseggiare uno spritz, mi chiedono: “Ma cos’è Bitcoin… conviene davvero prenderlo? ho letto che hanno truffato XXX con le cryptovalute” ti rendi conto che il processo di divulgazione informativa – quantomeno in Italia – è ancora agli antipodi.

Cosa c’entra Bitcoin con l’arresto del CEO di Telegram Pavel Durov?

Nulla, o quasi… in quanto la correlazione deve far riflettere tutti quanti. Quanto accaduto ieri sera in Francia deve far riflettere non soltanto noi – addetti ai lavori – ma tutti coloro che sono vicini all’ambiente crypto. Non appena trapelata la notizia dell’arresto del CEO di Telegram – avvenuto ieri sera in Francia – la quotazione della crypto TON di Toncoin è sprofondata da circa 6.70$ a 5,90$ per poi stabilire un nuovo minimo stamane intorno alle 10, a 5,30$ circa. Il crollo di TON è dovuto da un eccesso di vendite della crypto a mercato in un range temporale estremanente breve.

Se da una parte c’è chi vende, dall’altra c’è sicuramente chi sta acquistando, certo che questo progetto, dopo aver metabolizzato la notizia, possa continuare la sua ascesa. Ma il fatto di cronaca deve comunque far ragionare. Appare evidente che, se il CEO di una qualsiasi azienda – colosso multinazionale – viene arrestato, i rispettivi titoli azionari (nel caso di società quotate, ndr) o la relativa crypto (proprio come nel caso di Telegram) possano avere delle ripercussioni al loro valore di mercato.

Il CEO di Bitcoin non verrà mai arrestato…

Se da una parte questa notizia di cronaca è negativa anche per il nostro portafoglio crypto, dall’altra mi fornisce un perfetto assist informativo per rispondere in modo pratico e veloce alla domanda comune, posta all’inizio di questo editoriale:

Bitcoin è esente da tutto questo. Lo sapevate? Bitcoin è esente da questo così come da situazioni “alla FTX”. La prima crypto al mondo, libera e decentralizzata sul serio, è completamente autoregolata e senza alcuna società controllante. Questo significa, detto in maniera razionale ma provocatoria, che il “suo CEO non verrà mai arrestato“.

Direttore criptovaluta.it – Alessio Ippolito

Ton: cosa fare adesso?

Quello che possiamo fare da investitori è quello di mantenere il sangue freddo, non effettuare operazioni affrettate o agire d’impulso: informarsi sugli sviluppi in merito alla notizia di cronaca e prendere decisioni a sangue freddo. Secondo me una buona idea potrebbe essere quella di abbassare il prezzo medio di carico (se questi è superiore del 15/20% rispetto al prezzo corrente).

Per ovvie ragioni parto sempre dal presupposto che il progetto possa interessare sul serio. E se si vuole vendere? Se si è comunque in attivo e si teme il peggio, potrebbe essere una buona idea. E se si è in negativo? Valutare se siamo in grado di sostenere la perdita, altrimenti è preferibile tenere in portafoglio la criptovaluta.

Diversificare il portafoglio…. in modo consapevole!

Se abbiamo un portafoglio estremanente sbilanciato, dove crypto Altcoin non decentralizzate siano presenti in maniera più incisiva rispetto a Bitcoin, saremo sempre potenziale bersaglio di episodi di altissima volatilità, frutto anche di eventi di cronaca (nera) aziendali.

Proprio per tali ragioni che ogni giorno ci soffermiamo ad analizzare quanti più progetti al fine di approfondire conoscenza e consapevolezza dei nostri lettori: ognuno di noi deve esser responsabile delle proprie decisioni d’investimento, informarsi e riflettere non devono esser intesi come dei costi da sostenere, bensì dei preziosi privilegi.

Il fatto di TON, così come esattamente lo fu il crack di FTX, deve necessariamente far riflettere…

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