È passata relativamente in sordina la vendita di 35.000 ETH da parte della Ethereum Foundation, o meglio, è stata dibattuta secondo i classici canoni dei pro e contro Ethereum. C’è chi ci vede una manipolazione del mercato e chi invece ritiene che sia nell’ordine delle cose per mandare avanti la proverbiale baracca.
Dalle parti di Criptovaluta.it però siamo abituati a fare ragionamenti con i numeri ed è da questi che partiremo per capire quanto controllo ha la Ethereum Foundation sull’offerta totale di Ethereum e quanto impatto potrà avere in futuro.
È davvero una questione preoccupante? È davvero motivo per pensare che Ethereum sia più centralizzato di quanto crediamo? E come si comportano altre chain simili? Quali sono le preoccupazioni congrue e invece quelle invece che non hanno motivo di esistere?
Ethereum Foundation: la vendita della discordia
Il fatto in sé ve lo abbiamo già raccontato in dettaglio. Sono partiti, in direzione Kraken, 35.000 ETH di proprietà della Ethereum Foundation, ovvero la fondazione che ha un ruolo molto attivo nello sviluppo dell’ecosistema Ethereum. Non è la prima volta che queste vendite accadono.
Vendite che accadono periodicamente per far fronte a costi che si avvicinano a circa 100 milioni di dollari annui per il funzionamento della Ethereum Foundation.
Sul tema è intervenuta anche Aya Miyaguchi della Foundation, la quale ha spiegato:
Questa è parte della gestione della tesoreria. La EthereumFoundation ha un budget di 100 milioni circa per anno, che viene speso in larga parte per grant e salari, e che alcuni possono ricevere solo in fiat. Quest’anno ci è stato consigliato di non fare alcun tipo di attività di tesoreria per questioni di carattere regolamentare e non abbiamo potuto condividere il piano anticipatamente. Questa transazione non equivale a vendite. Ci saranno vendite pianificate e graduali di qui in avanti.
Aya Miyaguchi, Ethereum Foundation
Arcano dunque più che svelato: la Foundation, come è noto, ha spese alle quali far fronte e vende periodicamente i propri asset.
Per quanto non ci siano stati dei riferimenti diretti, Aya Miyaguchi ha fatto riferimento a questioni che riguardavano indagini di SEC a carico della Foundation e che avrebbero impedito il normale funzionamento della tesoreria. Ora che queste indagini sono chiuse – in modo positivo per la Foundation – si è andati avanti con i trasferimenti.
Ma quanti Ethereum ha la Foundation?
La Foundation, secondo dati che non sono però così recenti, ha circa lo 0,3% dell’intera supply di Ethereum. È un numero molto contenuto che non deve essere fonte di preoccupazione, soprattutto perché tali somme vengono smobilizzate comunque in modo piuttosto graduale.
Sono somme ridotte rispetto a quelle che in Bitcoin hanno soggetti privati come Michael Saylor o anche soltanto l’ETF di BlackRock.
In altre parole, c’è davvero poco di cui preoccuparsi. La montagna, come spesso accade nel mondo crypto, ha partorito il solito topolino.