In una giornata piuttosto anomala per il mercato crypto – condizionato anche dalle trimestrali Nvidia, è avvenuto un recupero importante di Ethereum ai danni di Bitcoin, invertendo almeno sul breve periodo quello che era stato il trend che ci ha accompagnato praticamente da inizio anno.
A giocare un ruolo importante sono stati i risultati degli ETF da un lato e dall’altro. Mentre Bitcoin ha fatto registrare un’altra giornata di outflow, ovvero di fuoriuscita di capitali maggiore degli afflussi, è avvenuto l’esatto contrario nel mondo Ethereum, seppure per quantità certamente ridotte.
È bastato relativamente poco per riportare una sorta di entusiasmo su Ethereum, che sta vivendo in termini di prezzo e volumi una fase di stasi, condizionata dalla solita modalità lenta dei mercati durante agosto.
Prima però di farsi prendere dall’entusiasmo per una giornata in positivo degli ETF su Ethereum, sarà il caso di guardare all’unica cosa che conta, i numeri, per capire cosa sta succedendo davvero.
Dopo 9 giornate chiuse in negativo, ieri gli ETF su Ethereum hanno fatto registrare una crescita degli inflow per 5,9 milioni di dollari. Somma invero assai modesta, che è stata coperta quasi totalmente dagli ingressi in BlackRock, con +8,4 milioni di dollari. Per il resto è calma piatta, con tutti i prodotti tranne quello di Fidelity (+1,3 milioni) completamente fermi.
Ci sono diverse considerazioni che possiamo trarre da questi numeri: il primo è che questi prodotti stanno circolando poco, nel senso che anche i clienti storici dei gestori ci si stanno avvicinando molto lentamente.
È qualcosa che abbiamo sempre ritenuto accadesse in questa prima fase: Ethereum, per fama, è ancora lontano da Bitcoin – e il grosso degli investitori di una certa taglia hanno bisogno di portare a termine delle due diligence che certamente non si possono lanciare in agosto e tantomeno terminare.
La seconda considerazione da fare è quella di carattere più generale: di appetito in generale per le crypto in queste ultime settimane ce n’è stato poco – lo testimoniano anche i volumi – e quindi non ci si poteva aspettare grande entusiasmo anche per questi prodotti.
Continuano a muoversi in modo diametralmente opposto invece gli ETF su Bitcoin, che mentre quelli su Ethereum invertono il trend, piazzano un’altra performance negativa.
Performance negativa che può essere spiegata con il movimenti risk off, ovvero di chiusura delle posizioni sugli asset di rischio di ieri, in attesa delle trimestrali NVIDIA.
Il fatto che comunque il prezzo di Bitcoin abbia relativamente tenuto, senza rivisitare quella soglia sotto i 58.000$ che preoccupa tutti, può essere considerato come di buon auspicio.
Nel complesso si avranno più dati, volumi e movimenti a breve, che ci permetteranno di capire dove ci troviamo nella vita dell’uno e dell’altro prodotto. Una fase molto diversa, tenendo conto del fatto che quelli su Bitcoin sono partiti in netto anticipo e che si trovano già nella fase di cosiddetta istituzionalizzazione.
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