SEC non sembrerebbe aver alcuna intenzione di fermarsi, nonostante manchi poco alle elezioni che avrebbero dovuto sancire anche un riavvicinamento tra democratici e mondo crypto. Nella giornata di ieri è arrivata una Wells Notice – vedremo più avanti di cosa si tratta – ai danni di OpenSea.
Questa volta non c’entrano token emessi dall’entità sotto inchiesta: OpenSea, che è un ampio mercato di NFT, avrebbe operato come piattaforma per il trading di security senza autorizzazione. E di conseguenza i NFT sarebbero appunto, almeno secondo SEC, dei contratti di investimento.
Una posizione che è per molti analisti la più assurda presa da SEC negli ultimi anni, che sono pur stati costellati da attacchi frontali a diversi dei progetti più importanti dell’intero comparto. Vale la pena di segnalare che non è la prima volta che SEC si scaglia contro i NFT, anche se in passato lo aveva fatto verso singoli progetti e non verso piattaforme di scambio.
C’è chi l’ha presa davvero male, chiedendo a SEC se anche le figurine (negli USA del baseball), siano da considerarsi come contratti di investimento. Le proteste varranno a poco però, se l’obiettivo è quello di fermare l’agenzia guidata da Gary Gensler. Ma cos’è successo?
OpenSea ha confermato di aver ricevuto una Wells Notice: è un avviso di indagini in corso, che colpisce quello che è uno dei principali mercati di NFT a livello mondiale. NFT che possono essere di ogni genere, ma che in larga parte sono prodotti digitali da collezione. Delle opere d’arte, secondo i sostenitori dell’intera baracca.
Cosa che però a SEC non è mai quadrata, tant’è che che in passato aveva già accusato ad esempio Impact Theory della stessa cosa. In quel caso però il legame con i prodotti di investimento era chiaro, dato che a più riprese erano stati messi in mezzo eventuali ritorni.
La questione non è certamente facile da risolvere: l’Howey Test, che viene utilizzato dai giudici per decidere se un asset sia o meno una security, non è il massimo della chiarezza, tant’è che all’interno dei diversi circuiti delle corti USA esistono almeno due interpretazioni diverse.
Difficile capire quanto ci sia di politico. La candidata democratica Kamala Harris – o almeno il suo staff – ha provato a ricucire i rapporti con un mondo crypto che è schierato massicciamente pro Trump, anche in virtù degli attacchi ripetuti da SEC nel corso degli ultimi anni.
Oltre i tentativi però, l’amministrazione dem in carica, della quale Kamala Harris fa parte, non sembra procedere nello stesso senso. Sarà l’attacco a OpenSea la pietra tombale sul tentativo di cui sopra?
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