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Dati USA: crollo per Bitcoin e crypto. Borse in grande affanno

Arrivano dati che affossano i mercati USA, e poi anche Bitcoin e crypto. È un crollo? E ora?

Brutte notizie, almeno secondo l’interpretazione che arriva dai mercati, quelle che arrivano dagli USA. Come vi avevamo anticipato qui, erano in arrivo tra le 15:45 e le 16:00 dati che raccolgono le aspettative degli operatori di mercato, in particolare su manifattura e andamento dei prezzi. Aspettative che erano negative e che lo rimangono, nonostante gli ultimi dati macro abbiano in realtà raccontato una storia diversa.

In parole povere e per chi non ha interesse a guardare i dati raccolti da S&P: nonostante l’inflazione sia in calo e il PIL USA tenga, ci si aspetta un futuro più duro per l’economia. Una situazione più vicina, nelle aspettative pubblicate oggi, a una recessione con inflazione ancora sostenuta che a quel soft landing che invece i mercati sembrerebbero aver in parte già prezzato.

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Dati così così, e i mercati crollano

Non è certamente un problema che riguarda soltanto il mondo crypto. NASDAQ nel momento in cui scriviamo sta perdendo oltre il 2,20%, segno che il problema è più diffuso e non riguarda soltanto Bitcoin e crypto. Che anzi, tenendo conto delle pessime performance delle principali borse USA, possiamo anche dire che stiano tenendo.

La situazione è semplice da descrivere: è arrivato un buon numero di dati, tutti di carattere statistico, che cristallizzano le aspettative dei principali operatori sul mercato della manifattura. Aspettative che riguardano ordini, andamento dell’economia, della manifattura appunto e anche dei prezzi. Tutti dati leggermente peggiori o in linea con le aspettative, ma comunque in territorio negativo, nel senso che ci si aspetta un peggioramento di tutte le condizioni di cui sopra.

  • La situazione fino ad oggi

La situazione fino ad oggi non era apparsa così drammatica e probabilmente ancora non lo è. L’inflazione è in calo, il PIL tiene su livelli di crescita importanti e più in generale sembra possibile che si raggiunga il tanto atteso soft landing, ovvero un ritorno a tassi più bassi senza recessione.

Questo al netto del fatto che il mercato del lavoro cominci a mostrare segni di cedimento, con la disoccupazione che è in trend positivo (e dunque in rialzo). Cosa che preoccupa anche Jerome Powell, che lo ha infatti sottolineato a Jackson Hole, nella riunione annuale della quale è protagonista.

Difficile però pensare che i fondamentali siano cambiati

Per quanto i dati raccolti e pubblicati oggi, hanno sempre raccolto grandi reazioni da parte dei mercati. Tuttavia pur sempre di aspettative si tratta e che sono in ampio contrasto con i dati che arrivano dall’economia.

Ad avviso di chi vi scrive, serviranno più dati per capire in che direzione stiamo andando, con i fondamentali di ieri che saranno i fondamentali di domani, quando sono in arrivo (sia giovedì che venerdì) dati importanti sul mercato del lavoro.

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