Forse è eccessivo parlare di crollo, perché in realtà si sta perdendo poco più di quanto stia facendo il NASDAQ. La verità è che – dopo un rimbalzo assai effimero – le borse americane hanno trascinato di nuovo giù l’intero comparto crypto. A pesare sono dati del lavoro che prima sono stati interpretati come una porta aperta per i 50 punti base di tagli e poi invece sono stati interpretati esattamente al contrario.
Un mercato schizofrenico e che non è mai stato così di difficile lettura, con Bitcoin che galleggia sopra la cifra simbolo dei 1.000 miliardi di capitalizzazione e con il resto del comparto che segue praticamente a ruota. Una situazione ricca di incognite, di potenziali problematiche e di incertezze che non potranno essere risolte neanche il prossimo 18 settembre, data che tutti aspettano con grande ansia, perché sarà allora che si deciderà per l’entità dei tagli negli USA.
Facciamo il punto della situazione, anche tenendo condo di quelli che saranno i dati in arrivo la prossima settimana dall’economia tradizionale. Una settimana che sarà quella dell’inflazione USA.
Atene piange e Sparta non ride. Ad affondare ogni velleità di recupero da parte del mondo crypto ci hanno pensato le borse USA. Subito dopo l’apertura è partito un movimento ribassista che sta spingendo Bitcoin sotto i 54.000$, e Ethereum sootto i 2.300$.
Una situazione che nelle borse tradizionali non è granché migliore: NASDAQ Composite fa solo marginalmente meglio di Bitcoin, e si avvia alla seconda parte della sessione con un secco -2,50%.
Il caso della giornata rimane il rialzo non appena sono stati pubblicati i dati, al quale poi c’è stata una reazione forte e contraria che ci ha portato a raccontare una giornata ancora complicata.
In una settimana altrimenti arida di dati, mercoledì gli USA comunicheranno i dati sull’inflazione, dati che serviranno per capire come potrebbe cambiare lo scenario dei tassi. Sarebbe meglio per i mercati vedere un’inflazione che scende sotto le aspettative che stanno formulando gli specialisti.
Ci si aspetta un +2,6%, che sarebbe comunque un altro forte segno di avvicinamento al target, e che potrebbe permettere tanto a Fed, quanto ai mercati, di respirare.
Per il resto, si dovrà aspettare di vedere la riunione di FOMC il 18 e – cosa più importante – la conferenza stampa a corredo di Jerome Powell, dove verranno gettate le basi per conoscere il futuro delle scelte di Fed, cosa per i mercati ancora più importante.
Come poi abbiamo scritto nell’accompagnamento all’analisi dell’effimero rialzo, i fondamentali per ora non sono cambiati, anche con i dati arrivati oggi.
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Questo halving non si è fatto ancora sentire oppure è già stato prezzato. Per ora i nuovi massimi di Bitcoin hanno superato i 70.000 e per i 100.000 si dovrà aspettare ancora qualche anno a meno che le elezioni americane non abbiano un'influenza super positiva. L'effetto ETF sembra passato ora ci vuole un'altra novità di cui dovremo accorgerci ed è anche da questo che le criptovalute si differenziano dalle azioni ma nuovi progetti nascono ogni giorno e ne beneficeremo in futuro per cui aspettiamoci ancora di vedere Bitcoin raggiungere nuovi massimi intanto molti si stanno arricchendo shortando. Dobbiamo però anche considerare che c'è anche chi sta ancora comprando.