La presenza di Ripple in Giappone è sempre stata consistente, anche grazie alla collaborazione con SBI – che dura da molto tempo – e che vede il progetto crypto collaborare con una delle istituzioni finanziarie più solide del paese. Sul tema dei rapporti con il Giappone torna a parlare Brad Garlinghouse, CEO di Ripple – e lo fa a tema stablecoin.
Secondo il leader di Ripple, ci sarà domanda importante per uno stablecoin ancorato allo yen, che sfrutterà l’ambiente legale favorevole al mondo crypto e probabilmente anche l’interesse di grandi gruppi [vedi Sony, NDR].
Tutto questo mentre Ripple in realtà sta preparando il lancio del suo stablecoin, RLUSD, che porterà il mondo di $XRP in uno dei comparti più redditizi e interessanti del mondo crypto.
A parlare è uno dei personaggi più autorevoli del mondo crypto. Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, si è recentemente espresso sul tema stablecoin in un’intervista sabato 7 settembre su Bloomberg.
Un Giappone che sarebbe conservatore nei confronti degli investimenti, ma che grazie ad un ambiente in termini di leggi e regolamenti propizio per il mondo crypto, presto inizierà a domandare stablecoin legati allo yen.
Non è chiaro se il commento sia di anticipazione a quanto potrebbe avvenire sempre dalle parti di Ripple, ovvero con il lancio di un prodotto simile a RLUSD, lo stablecoin che Ripple presto lancerà sul mercato. Uno stablecoin con riservaa, dal funzionamento simile a quello dei leader del mercato Tether e USDC e che al tempo stesso girerà sia su Ethereum, sia invece sul network di Ripple.
Lanceremo [il nostro stablecoin, NDR] prima negli USA, ma crediamo che ci siano opportunità globali per gli stablecoin, e che ci siano certamente in Giappone.
Brad Garlinghouse, CEO di Ripple
Il 2024 verrà ricordato come l’anno degli stablecoin: dati gli enormi profitti che le riserve possono garantire, sono in diversi ad aver proposto nuovi token di questo comparto. Ripple, ma anche ad esempio Ethena, che però ha proposto una versione di stablecoin che assomiglia più alle quote di un fondo che ad uno stable per come siamo abituati a conoscerli.
Ci sarà però da vedere se ci saranno gli estremi per vedere tanta vivacità anche quando i rendimenti dei bond USA saranno tornati su livelli più bassi. Ci sarà spazio per così tanti operatori? Oppure domineranno i soliti – con gli altri che saranno costretti a raccogliere le briciole?
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