La finanza viaggia alla velocità della luce. E viaggiano alla velocità della luce anche gli argomenti del momento, che cambiano di giorno in giorno e in alcuni casi di ora in ora. Il caso del momento è quello del taglio dei tassi, o meglio, dell’impatto che avrà sul mercato un taglio da 50 punti base, che per i mercati è ora il più probabile.
Dato che la questione riguarda anche Bitcoin e crypto – sarà bene cercare di capire quale sia il sentiment di mercato e perché un eventuale taglio da 50 punti base potrebbe diventare bullish. È una situazione relativamente complicata, sulla quale dirà l’ultima parola soltanto il mercato (a decisione presa) e per la quale però possiamo prepararci.
La confusione sotto il cielo è tanta – e chi oggi afferma di avere la verità in tasca – e di sapere perfettamente cosa succederà, mente. Vediamo quali sono gli elementi che possono aiutarci a capire.
Facciamo un breve riassunto – che tra le altre cose è parte del nostro ultimo video su YouTube, che alleghiamo. Domani, mercoledì 18 settembre, alle ore 20:00 italiane il FOMC comunicherà la sua decisione sui tassi di interesse.
In genere tali decisioni sono telefonate, nel senso che è difficile – almeno dalle parti di Federal Reserve – che si arrivi ad una decisione difficile da ciò che i mercati si aspettavano.
Questa volta è invece diverso: se il buon senso fino a poco più di 1 settimana fa aveva indicato i 25 punti base di taglio come l’unica alternativa possibile, ora a essere ritenuto più probabile è un taglio da 50 punti base.
La situazione è fotografata anche da Fed Watchtool – che misura le puntate sui futures dedicati proprio ai tassi USA e che indica ormai dal fine settimana precedente la maggiore possibilità di tagli da 50 punti.
La decisione è comunque ancora incerta e finirà per condizionare tutti i mercati, compreso quello di Bitcoin e crypto.
Perché almeno fino a poco tempo fa eventuali tagli da 50 punti base erano ritenuti più che emergenziali. In breve: Federal Reserve ammetterebbe, tramite un taglio da 50 punti base, di essere in ritardo. Ovvero ammetterebbe che il rischio di recessione è ora più alto di quello di vedere l’inflazione rimbalzare.
Sempre a rigor di logica, tale situazione, benché in grado di liberare più liquidità sui mercati (cosa positiva per Bitcoin, crypto, azioni in generale) sarebbe da ritenersi come un brutto segno, ovvero come il segno di un’economia in forte deterioramento e della possibilità che arrivi una crisi… vera.
Limitiamo la nostra analisi a partire dal 2000, anno dal quale esiste il FOMC – o meglio, dal quale prende decisioni di politica monetaria.
DATA | Taglio | Recessione? |
---|---|---|
31 gennaio 2001 | 75 bps | Da marzo 2001 |
20 marzo 2001 | 50 bps | |
18 aprile 2001 (emergenziale) | 50 bps | |
15 maggio 2001 | 50 bps | |
17 settembre 2001 (emergenziale) | 50 bps | |
2 ottobre 2001 | 50 bps | |
6 novembre 2001 | 50 bps | Fine a novembre 2001 |
E poi:
DATA | Taglio | Recessione? |
---|---|---|
17 agosto 2007 | 50 punti base | Da dicembre 2007 |
22 gennaio 2008 (emergenziale) | 75 punti base | Sì |
30 gennaio 2008 | 50 punti base | Sì |
18 marzo 2008 | 75 punti base | Sì |
8 ottobre 2008 (emergenziale con altre banche centrali) | 50 punti base | Sì |
16 dicembre 2008 | 75 punti base | Finirà a giugno 2009 |
Non avendo alcun senso trattare quelli che sono i tagli avvenuti durante il COVID, abbiamo uno storico relativamente breve, che conferma però come il ciclo di tagli da 50 punti base abbia sempre avuto legami stretti con l’arrivo di una recessione (o in alternativa, gli altri sono arrivati durante una recessione).
C’è dunque motivo di preoccupazione? In realtà di tagli pre recessione ce ne sono stati pochi – su una base statistica che almeno ad avviso di chi vi scrive impedisce di tenere in considerazione la questione per capire cosa succederà da qui in avanti.
C’è anche da segnalare come in realtà sia arrivata la recessione anche quando si è partiti con tagli invero modesti, ovvero di 25 punti base. Cosa che è avvenuta ad esempio con il meeting emergenziale del 3 gennaio 2001, che è stato però accompagnato poi da un altro meeting, quello sì già in programma, che procederà con tagli di 75 punti base.
I mercati mercoledì leggeranno anche altro, oltre la decisione sui tagli ai tassi. Ci sarà infatti il dot plot, che indicherà le aspettative dei membri di Federal Reserve sui tassi nei prossimi trimestri. Una curva che scende troppo rapidamente sarà forse inteso come segnale di arrivo di una recessione – o meglio – del fatto che il FOMC si aspetta che arrivi la recessione di cui sopra.
E allora? Come interpreteranno i mercati un eventuale taglio da 50 punti base? Da un lato comprenderanno che la situazione è più grave di quanto si prospettasse. Dall’altro però attenderanno le parole di Powell, che non avrà alcuna intenzione di spaventare i mercati e che motiverà in modo articolato il perché di un eventuale taglio di questa portata.
Per molti analisti un taglio da 50 BPS sarebbe bullish sul breve periodo sugli asset di rischio. E questa sembrerebbe essere per ora l’opinione prevalente. Sul fatto che possa esserlo poi sul medio e lungo almeno chi vi scrive nutre i suoi dubbi.
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