Alla fine avevano ragione i mercati a indicare come più probabile un taglio di 50 punti base invece che di 25, come invece era stato indicato dalla maggioranza degli analisti di banche d’affari, fondi e anche centri di ricerca. Jerome Powell si è detto molto soddisfatto della scelta, che però è la prima che non viene presa all’unanimità da quasi 20 anni.
I mercati hanno reagito in modo positivo: le borse asiatiche volano, così come vola in realtà anche il mercato crypto e Bitcoin: quest’ultimo scambia sopra i 62.000$, con il resto del comparto che fa anche meglio, soprattutto per gli asset storicamente considerati come più rischiosi, come ad esempio diversi dei meme token.
La decisione di Jerome Powell e del FOMC ha però innescato – come prevedibile – un profluvio di discussioni, di opinioni, di accuse di errore, di preoccupazioni per il futuro anche di medio periodo. Preoccupazioni e situazioni che andremo ad analizzare nel corso di questa situazione.
Abbiamo seguito ieri la conferenza stampa di Jerome Powell in LIVE sul Nostro Canale Telegram Premium: iscriviti per ricevere 20 segnali mensili, contenuti e analisi esclusive che non troverai neanche sul nostro sito.
Prima di capire a che punto siamo per quanto riguarda i mercati, è bene fare qualche premessa.
La prima è che Federal Reserve si è mossa con un certo ritardo rispetto ad altre banche centrali, su tutte la BCE, che ha già effettuato due tagli da 25 punti base.
La seconda è che non si tagliava in modo così importante dai tempi del COVID e andando a ritroso dalla precedente recessione.
La terza è che i dati non sembrerebbero almeno per adesso non indicare l’arrivo di una recessione. Il PIL degli USA continua a crescere a ritmo sostenuto, così come l’inflazione, per quanto lentamente, continua ad avvicinarsi al target del 2%. Condizioni che, lo ha ricordato Jerome Powell, hanno reso possibile pensare ad un taglio di 50 punti base.
La quarta è che i mercati avevano ragione e gli analisti no. Il grosso degli analisti puntava infatti su tagli di 25 punti base, mentre i mercati avevano già iniziato a prezzare da tempo la maggiore possibilità di tagli da 50 punti base.
nti base.
Nome | Dato |
---|---|
Moody’s | 25 punti base |
Morningstar | 25 punti base |
Goldman Sachs | 25 punti base |
Consenso Investing | 25 punti base |
HSBC | 25 punti base |
Macquarie | 25 punti base |
Consenso CNBC | 25 punti base |
Consenso Reuters | 25 punti base |
Barclays | 25 punti base |
Citi | 25 punti base |
UBS Global Research | 25 punti base |
UBS Global Wealth Management | 50 punti base |
JPMorgan | 50 punti base |
Wells Fargo Investments | 50 punti base |
Gundlach | 50 punti base |
Mercati | 65% 50 punti base, 35% 25 punti base |
È cambiato tanto dopo le decisioni di Federal Reserve, anche per questioni che avranno un diretto impatto (e che in realtà già lo hanno avuto) su Bitcoin e crypto.
Prima questione: il dot plot, che raccoglie le previsioni dei membri del FOMC sui tassi si è… abbassato di molto. Qui nel grafico prodotto da Criptovaluta.it possiamo vedere con facilità cosa si riteneva probabile a giugno e dove siamo invece oggi. Si è scesi di circa l’1,00%, con la mediana che indica almeno altri due tagli da 25 punti base entro fine 2024.
Seconda questione: ai mercati il taglio più consistente è piaciuto. In genere i 50 punti base vengono considerati come emergenziali o quasi. Ovvero come una quantità di tagli che dovrebbe essere fatta soltanto quando le cose si apprestano ad andare molto male. Sulla questione però è intervenuto Jerome Powell in conferenza stampa, che ha contribuito a calmare gli animi.
I più cinici risponderanno che è in arrivo una recessione – e che dunque non vi era alternativa se non tagliare il più possibile il più rapidamente possibile. Jerome Powell però, durante la conferenza stampa, pur non rispondendo quasi mai direttamente, ha indicato altro.
È innegabile che l’inflazione, per quanto lentamente, sia in calo. E Jerome Powell si è detto più convinto del fatto che si sia sulla via del ritorno verso il 2%. Questo vuol dire che il rischio di aiutare l’inflazione con tagli più consistenti è inferiore rispetto al rischio di agire troppo tardi, come ha più volte ripetuto il Presidente di Federal Reserve.
La disoccupazione è in crescita, per quanto secondo JPow sia ancora entro un alveo da considerarsi più che normale. È la disoccupazione dei mesi precedenti ad essere stata troppo bassa, anche rispetto al mandato di Federal Reserve di massima occupazione.
La stagflazione è il peggiore dei casi possibili. È il caso in cui infatti la crescita diventa negativa o stagnante e i prezzi riprendono a crescere. È una situazione che purtroppo si è verificata negli anni ’70, causando sconquassi notevoli e che deve essere scongiurata, secondo tutti gli operatori economici, con tutti i mezzi possibili.
Jerome Powell però ha già risposto in passato. Partendo in primis dal PIL USA, che continua a mostrare dei segni importanti di crescita, come è evidente dal grafico che alleghiamo.
E mentre l’inflazione è in calo, come è stato mostrato dal caso precedente, sarebbe assurdo per Jerome Powell andare a pensare soltanto di essere potenzialmente vicini a una stagflazione. Noi ne abbiamo già parlato in un nostro video YouTube, che ti consigliamo di guardare (sono pochi minuti) per indicare quali sono i rischi che questo si verifichi e quali potrebbero essere le conseguenze per Bitcoin e crypto.
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