Non arriva alcun tipo di sorpresa dal Giappone e Bitcoin può cercare di puntare i 64.000$, in una sessione asiatica che, in particolare dopo la non decisione di Kazuo Ueda – capo di Bank of Japan – ha ripreso a correre. Si sono sfiorati più volte quei 64.000$ che rappresentano una soglia fortemente psicologica e che una volta superata potrebbe aprire a scenari molto interessanti.
Data la settimana però molto interessante sul piano macro, sarà il caso di fare un riassunto per capire – sempre a livello fondamentale – a che punto siamo, cosa si rischia, quali sono le possibilità di miglioramento dello scenario complessivo e anche quali saranno i prossimi dati ai quali guardare.
La situazione continua a essere relativamente confusa, con i mercati che hanno apprezzato il taglio da 50 punti base di Jerome Powell negli Stati Uniti, che però apre a diversi scenari dei quali tenere conto per le analisi sul futuro.
La prima notizia, quella positiva, è che non ci sono stati colpi di testa da parte di Kazuo Ueda, come invece era stato già a luglio, con tutte le conseguenze che abbiamo patito, su Bitcoin e crypto, durante la prima settimana di agosto.
Lo yen ha prima guadagnato, poi ha perso terreno in modo sensibile finendo per riattestarsi sopra i 142, livello di prezzo comunque non preoccupante per i mercati, almeno per ora.
L’aspetto però forse più importante tra quelli emersi durante la nottata è che l’inflazione in Giappone continua a essere sostenuta, più alta della lettura precedente e che questo costringerà in futuro Tokyo a intervenire. Cosa che era già preventivata, per quanto ora si dovrà discutere del quando questo avverrà.
A nostro avviso comunque le discussioni che si stanno facendo sulla possibile enorme riduzione del carry trade (nel video spieghiamo cos’è) rimangono fortemente esagerate e dettate più dalla voglia di sensazionalismo che da quanto è effettivamente sul tavolo.
Tra Bitcoin e yen vi è da tempo una correlazione inversa. In parte dipende dal valore del dollaro in senso relativo, in parte dal fatto che l’andamento dello yen è più in generale in correlazione inversa con il grosso degli asset risk on. Dopo un momento di défaillance in concomitanza con la pubblicazione dei dati sul livello dei prezzi in Giappone, c’è stato un ritorno su una correlazione inversa piuttosto stretta.
Molto probabilmente sì. I mercati stanno ancora cercando di interpretare il taglio da 50 punti base per quanto concerne un orizzonte temporale più ampio.
C’è però un grafico che troviamo molto interessante. Raccoglie da un lato le previsioni di Federal Reserve sul ritmo dei tagli e lo affianca alle precedenti occasioni in cui sono partiti dei cicli espansivi di politica monetaria, ovvero il taglio dei tassi.
Cosa emerge da questo grafico? Emerge che i mercati credono evidentemente nel soft landing, in un ritorno a tassi più vicini a quello naturale senza grossi sconquassi nell’economia e più in generale al fatto di non essere indietro sul ciclo. È vero? Non è vero? Lo diranno, come sempre con sentenza che non può essere oggetto di appello, i mercati stessi.
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