Arrivano i dati macro dagli USA che avevano tenuto un po’ tutti in apprensione – e i mercati reagiscono con una leggera flessione, che in larga parte sembrerebbe essere motivata da questioni di breve periodo. Sì, il PIL USA è stato confermato su ottimi livelli per lo scorso trimestre – 3,0% verso previsioni tra il 2,9% e il 3,0% – e sono calate rispetto a quanto previsto anche le richieste di sussidi di disoccupazione. Sono dati però che appartengono a mesi fa – che in questa fase di mercato vuol dire un’era geologica – e che dunque al netto della relativa volatilità di breve a poco serviranno per capire cosa sta succedendo.
A preoccupare – ancora – i mercati, è il potenziale arrivo di una recessione dall’altro – almeno per chi fa ragionamenti di medio e lungo periodo. Dall’altro invece a preoccupare è la possibilità di un percorso di Fed con il taglio dei tassi che si dimostri essere troppo lento.
Bitcoin e crypto tengono più o meno sui livelli che avevano guadagnato durante la fine della mattinata europea, per quanto in apertura di sessione americana si sia scesi verso i 64.000$. Cosa vogliono dire gli ultimi dati arrivati e quanto dovremo tenerli in considerazione?
Ci sono due motivi per non preoccuparsi troppo del dato che è arrivato alle 14:30 ora italiana. Il primo è che il dato è pressoché allineato con le aspettative e non c’è stato alcun tipo di revisione al ribasso (come da tradizione, vedi il grafico). Il secondo è che no è questo il dato che sarà in grado di muovere i mercati. Lo avrebbe potuto fare arrivando su livelli inaspettati, cosa che non si è verificata.
Il dato emesso oggi è infatti – come avevamo già discusso in un video su YouTube che ti lasciamo per aggiornarti sull’intera vicenda – un dato che riguarda il secondo trimestre del 2024, ovvero quello che copre aprile-maggio-giugno. Il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro è arrivato più di recente – e probabilmente sarà il dato del terzo trimestre, che avremo tra qualche settimana, a avere la parola definitiva sull’andamento dei mercati.
Sul tavolo ci sono anche le prossime decisioni di politica monetaria negli USA, che dipenderanno ancora una volta dal trittico inflazione, lavoro e PIL. Un trittico il cui andamento diventerà più chiaro con dati per i quali dovremo appunto aspettare.
Che sono uno degli indicatori preferiti da Jerome Powell, capo di Federal Reserve, per capire in che direzione si stia andando.
L’appuntamento è ancora una volta per le 14:30 e ci permetterà di capire qualcosa di più da un economia che per il momento è inintelligibile, per quanto ci siano diversi segnali di stress. Segnali di stress ai quali almeno in Cina si sta rispondendo con il proverbiale bazooka. Bazooka che però da Pechino interessa poco le crypto e Bitcoin – che rimarranno più vicini a quanto accadrà negli USA, prima economia mondiale anche per questo comparto.
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