È il momento giusto per aggiornare cosa sta avvenendo a livello macro e su scala globale. La settimana si è aperta con una correzione di Bitcoin che è stata spinta – come abbiamo già commentato qui – da una performance sotto tono del Giappone (a livello azionario). In parte, perché la storia ci convinceva poco all’inizio e continua a convincerci poco adesso.
E sembrerebbe convincere poco anche i mercati oggi, con lo yen che è tornato rapidamente sopra quota 144 contro il dollaro e con le azioni giapponesi che, pur in modo relativamente timido, tornano a ruggire.
Cosa sta succedendo? Perché dovrebbe interessarci se investiamo in Bitcoin e crypto? Cosa accadrà in futuro? Cerchiamo di darci delle risposte guardando un po’ alla situazione del Giappone in generale. Una mini guida che sarà adatta a chi è completamente a digiuno di queste nozioni e vuole capire perché tutti ne parlano.
La questione è relativamente semplice e la riassumeremo in punti per dare a tutti gli spunti per fare anche un po’ di ricerca autonoma:
I tassi di interesse in Giappone sono storicamente molto bassi. Con storicamente intendiamo dagli anni ’90 in poi. È parte di una politica monetaria di stimoli perpetui (e molto poco ortodossa) che ha dato anche largo spazio al cosiddetto yen carry trade. Te ne abbiamo parlato in un video su YouTube che ti consigliamo di guardare per capire di cosa stiamo parlando.
Ti ricordi il crollo di inizio agosto che ha coinvolto anche Bitcoin? A innescarlo è stata una combinazione di fattori: da un lato erano arrivati da poco dati sul mercato del lavoro USA non ottimi. Dall’altro il Giappone aveva alzato i tassi a sorpresa pochi giorni prima.
Ora potremmo parlare di questa vicenda, quella dei tassi giapponesi, per mesi. Dato che hai bisogno di informazioni pronte all’uso, quello che possiamo dirti è che a tassi più alti in Giappone corrisponde, per tutti gli asset risk on – e dunque anche per Bitcoin, in genere un ribasso.
Venerdì scorso, a piazze giapponesi chiuse, è stato nominato il nuovo capo del partito di governo, che diventerà anche primo ministro (anche qui, inutile spendere 2.000 parole per comprendere come funziona il sistema politico giapponese).
Ok – e perché dovrebbe interessarci delle elezioni giapponesi? Perché il vincitore, Shigeru Ishiba, è uno di quelli che dice che si dovrebbero alzare di più i tassi e tornare possibilmente ad una politica monetaria più ortodossa.
L’avversaria, Sanae Takaichi, era invece di avviso opposto. E i mercati avevano scontato in realtà la vittoria di Takaichi. Quando questo evento non si è verificato, è arrivata una pesante correzione delle borse giapponesi, che hanno influenzato almeno in parte anche il mercato di Bitcoin.
Non è un’opinione soltanto nostra, ma quella che gira nei circoli di analisi dei quali ci fidiamo di più. Una politica monetaria dura e pura in Giappone deve comunque fare i conti con quello che ha impedito che si implementasse già anni fa.
Ovvero una crescita asfittica, un debito pubblico di enormi proporzioni e più in generale pressioni anche interne affinché lo stimolo perpetuo non venga a mancare.
E questo renderà le posizioni di Ishiba, che comunque non decide da solo in Giappone e che ha davanti una Bank of Japan indipendente, più morbide. Soprattutto se le borse giapponesi dovessero rispondere… come hanno fatto lunedì.
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