Oro digitale? Sì, ma forse soltanto nel piccolo mondo delle crypto. Gli eventi geopolitici che hanno scosso nella giornata di ieri i mercati – qui l’ottima analisi dettagliata di Alex Lavarello riporta alla ribalta una questione che piace tanto ai bitcoiner, che si discute tanto sui social ma che troppo poco spesso viene analizzata numeri alla mano.
Premessa: con le agitazioni dovute alla guerra tra Israele e a questo punto Libano e anche Iran, l’oro ha fatto registrare un’ulteriore rialzo (per quanto le cose sembrino essersi sgonfiate). Ma come si è comportato Bitcoin di fronte all’ennesimo ritorno delle tensioni? È stato davvero un porto sicuro?
Ci sono due tipi di risposte che possiamo dare a questa domanda e che analizzeremo all’interno del nostro approfondimento della vicenda. La risposta è – come spesso accade – complicata, per quanto in tanti provino a semplificarla.
Risposta breve, per il momento no. Il primo grafico che ti proponiamo, che è quello del rendimento dell’oro nella giornata di ieri contro quello di Bitcoin parla piuttosto chiaramente. Nel momento di crisi maggiore, quando sono iniziate ad arrivare notizie su una possibile escalation del conflitto in Medio Oriente, l’oro è schizzato in alto, Bitcoin ha fatto l’esatto contrario.
Il grafico lascia davvero poco all’interpretazione e risponde alla domanda delle domande in modo negativo: Bitcoin non è ancora in grado di proporsi sui mercati come rifugio sicuro nei momenti di crisi. E anzi, sul breve si comporta esattamente come si comporterebbe un qualunque asset risk on. E infatti ha seguito l’andamento delle principali borse USA.
La questione diventa molto diversa quando si guarda però Bitcoin all’interno del mondo crypto. Il secondo dei grafici che alleghiamo riguarda la dominance di Bitcoin – ovvero il valore del cap di Bitcoin rispetto a tutto il resto del settore – nello stesso orizzonte temporale. Per quanto la correlazione non sia precisa – e sia parzialmente falsata dalle performance controcorrente di qualche cripto di capitalizzazione rilevante, è chiaro che $BTC venga considerato come il porto sicuro all’interno di un comparto che invece è risk on.
Questo in realtà si è verificato anche in altre situazioni simili: nei momenti di crisi Bitcoin tende a conservare più valore rispetto alle altre crypto. A soffrire di più sono quei comparti da considerarsi molto rischiosi, come meme token, ma anche crypto AI, per quanto ieri ci sia stata una parziale eccezione che conferma la regola: a fare male sono ttate principalmente Arweave, insieme a Starknet e Lido. Poco sotto però le prime meme e AI – con Floki e Notcoin, Render, Near. Hanno pagato anche crypto che erano particolarmente estese, come ICP e quelle legate al mondo delle azioni tech, come Worldcoin.
Innanzitutto a tenere un portafoglio crypto che sia ben bilanciato e che non risenta più del dovuto di questi eventi. Qui il nostro direttore ha spiegato egregiamente come gestire una strategia più conservatrice.
Se si è sofferto troppo nella giornata di ieri, è forse il momento di iniziare a ragionare su quanto e come siamo esposti. Di eventi di questo tipo ne accadono, purtroppo, di frequente. E bisogna essere preparati da prima che questi si presentino.
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