ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT – È di nuovo sui nostri teleschermi e sul nostro sito Antonio Sanso, della Ethereum Foundation, che abbiamo intercettato all’evento crypto Napul.ETH (ultima edizione andata in scena dall’11 al 14 settembre 2024 a Santa Maria la Nova – Napoli) per fare un po’ il punto della situazione su Ethereum, sia a livello tecnico che a livello… politico. Una conversazione particolarmente interessante in quello che è un momento di forti cambiamenti per l’ecosistema Ethereum (e con tanti altri cambiamenti che arriveranno nei prossimi mesi).
Un periodo che è stato anche quello degli attacchi – principalmente a mezzo social – della gestione della Ethereum Foundation e dei suoi fondi, con polemiche che non sembrano trovare mai una soluzione di continuità, anche quando c’è davvero poco di cui lamentarsi.
Abbiamo parlato di tutto questo con Antonio Sanso, affrontando anche un altro dei temi scottanti, quello del mercato dei layer 2, che sembrerebbe essere particolarmente affollato e che – come ci ha rivelato Antonio – presto potrebbe essere aiutato da importanti novità.
Per chi non dovesse saperlo, Ethereum può fare affidamento anche su una Foundation che stipendia gli specialisti e che cerca di dare un indirizzo agli sforzi di miglioramento a livello tecnico dell’intero ecosistema. È in questa Foundation che troviamo Antonio Sanso, crittografo che si occupa di questioni non visibili all’utente comune dell’universo Ethereum, ma che proprio per questo può offrirci degli insight molto preziosi, che abbiamo raccolto in questa breve intervista.
Tante questioni interessanti, soprattutto per gli investitori più raffinati e per chi è in questo mondo non solo alla ricerca di gain, ma anche di quella svolta in termini di libertà, efficienza e accessibilità dei mercati finanziari e non.
Una questione che è al centro del presente e del futuro di Ethereum. Si scala non sul layer 1, e di progetti molto interessanti ce ne sono diversi. Cosa accadrà in futuro?
Ethereum è un ecosistema in divenire e che cambia piuttosto rapidamente, almeno rispetto ad altri top gamma come Bitcoin. Dopo i blob, che hanno sconvolto i costi per operare su rete Ethereum, cosa possiamo aspettarci?
Forse non lo sapevano tutti, ma l’obiettivo finale della Ethereum Foundation è quello di sparire. E Antonio ci spiega perché (e perché non sarà un problema).
Criptovaluta.it è anche questo: un filo diretto con i veri protagonisti del mondo crypto, che possono raccontarci da dietro le quinte cosa sta succedendo nel mondo crypto, soprattutto per i progetti più rilevanti come Ethereum.
Come sempre vi invitiamo a farci sapere la vostra sull’ultima intervista esclusiva del nostro canale YouTube e, perché no, anche a fare delle domande che potremo inoltrare a Antonio.
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Sì, ma poco cambia perché resta la questione fondamentale di tutte le atlcoins: per avere ragion d'essere devono poter operare cambiamenti al protocollo frequenti e non retrocompatibili agevolmente (altrimenti c'è già Bitcoin).
Per poter fare questo è necessario, giocoforza, che un gruppo ristretto abbia un controllo superiore al normale user, altrimenti avremmo la situazione alla Bitcoin, che tende all'ossificazione, cosa buona per un asset che aspira ad essere moneta, ma pietra tombale per una alt.
Ethereum non era granché decentralizzato neanche quando era PoW (lo ha dimostrato anche nei fatti il caso the DAO) e passando a PoS ha esacerbato la situazione (ask a friend consensus, che non si regge da solo sulle sue gambe ma necessita di un'elite "affidabile" che indichi la chain canonica in caso di long range attack. E altri vari problemi che ho già spesso discusso anche qui).
Non che la cosa mi disturbi, Eth ha comunque il suo ruolo, ma bisognerebbe essere più aperti in merito anche nel marketing (spesso invece fuorviante).