L’evento crypto Napul.ETH – andato in scena a Napoli presso Santa Maria La Nova dal 12 al 14 settembre – è stata anche occasione per venire a contatto con l’ottimo contorno culturale che il meeting dedicato a Ethereum è stato in grado di creare. Non solo ETH e più in generale mondo crypto, ma anche la possibilità di incontrare ciò che avviene nella Napoli più viva culturalmente. È stato un nostro onore poter intervistare Francesco Filippelli, artista napoletano assurto agli onori della cronaca per il suo Ecce Homo e lo abbiamo fatto nella splendida cornice di Palazzo Gravina (Napoli).
Un’opera che si trasforma, e che racconta da un angolo originale il rapporto tra Napoli e il calciatore che ha reso Dio, Diego Armando Maradona, senza facili apologie, senza trionfalismi d’accatto e con uno sguardo profondo al rapporto d’amore che però il 10 del Napoli e della Nazionale Argentina ha pagato sul suo corpo e con il suo corpo, in un incrocio tra narrative cristiane – che permeano Napoli ancora oggi – e l’ascesa e la caduta del più iconico dei calciatori della storia.
Un’opera che cambia e che ci invita, mentre la osserviamo, a cambiare con lei. Forse non noi stessi, ma quantomeno il nostro punto di vista su una vicenda umana, troppo umana, così umana da sembrare divina.
La nostra intervista all’artista Francesco Filippelli
Nonostante una quattro giorni densa di appuntamenti a tema crypto, c’è stato, grazie agli organizzatori di NapulETH, l’occasione di vedere Ecce Homo, opera il cui titolo ricorda l’episodio finale della vita di Gesù Cristo e che viene traslato, tradotto sfruttando la più popolare (dopo quella del Cristo) delle icone napoletane: Diego Armando Maradona.
Pochi minuti di intervista – che abbiamo ridotto nel tempo e nello spazio – proprio per lasciare al lettore e all’osservatore occasione di ammirare l’opera e farla parlare più di quanto possano fare intervistatore e intervistato.
C’entra poco con le crypto? Poco male. Le buone storie, le storie che condizionano il percorso dell’umanità, le storie che diventano mito comune lo diventano proprio perché in grado di toccare, rimpastare, modificare le percezioni e le sensibilità di tutti. Anche di chi magari si avvicina a questo sito con il solo obiettivo di informarsi sulle criptovalute e che invece oggi invitiamo a prendersi qualche minuto per ragionare su qualcosa di più profondo.
Con un curioso parallelo: la pur breve storia del mondo crypto ha creato divinità e le ha poi uccise. Ha portato sull’Olimpo – o forse sarebbe il caso di parlare nell’oliveto di Getsemani – uomini diventati dei loro malgrado e poi traditi per 30 denari o poco meno.
Lasceremo voi giudicare se, come e quando questo parallelo vi regalerà 5 minuti per conoscere, per conoscervi e per capire di più anche di quello che ci sta intorno.
Per noi è stato uno dei momenti più significativi e forse il più significativo di una quattro giorni comunque straordinaria. E, se possibile, fateci sapere la vostra dopo aver guardato la nostra breve intervista. Perché il mondo crypto può essere occasione anche di entrare a contatto con qualcosa che forse era lontano dalle nostre corde e dalle nostre abitudini.