Ethereum rimarrà rilevante per questo ciclo e per i prossimi. Nonostante il numero di Ethereum Killer – ovvero di progetti nati per uccidere l’ecosistema più capitalizzato del mondo crypto – continui a aumentare, qui vogliamo sostenere un’opinione forte. E spiegare con 5 motivi perché riteniamo che sarà difficile, se non impossibile, scalzare Ethereum dalla sua posizione dominante.
Cosa che – lo specifichiamo già in apertura – non vuol dire che non ci saranno altri protocolli in grado di fare bene. Tutt’altro: il mondo crypto è già grande a sufficienza per offrire ritorni e market share a tanti protocolli. E la tendenza sembrerebbe essere quella ad allargarsi ancora di più, anche grazie all’arrivo di grandi gruppi bancari e istituzioni.
Rimaniamo però della stessa idea che qui si è sostenuta sin dalla nascita della testata: Ethereum è qui per rimanere, e rimarrà qui con noi nonostante i notevoli sforzi di tanti protocolli che pur hanno portato a casa guadagni e market share importanti.
Ethereum è più lento e più costoso di quasi tutti i suoi concorrenti. Fare una transazione su Solana costa meno e impiega meno tempo. E lo stesso è valido per pressoché qualunque chain di nuova generazione o comunque di generazione più recente. Fantom, Tron, Aptos, ma anche Avalanche, Ton, e i tanti crypto network che sono arrivati più di recente sul mercato sembrano avere qualcosa in più. C’è però tanto di cui si parla troppo poco – e che sarà appunto l’oggetto della nostra analisi di oggi.
I più bravi lo chiamano effetto network. Noi lo chiamiamo semplicemente liquidità che chiama liquidità. Perché tante società non USA decidono di quotarsi negli USA? Perché è una borsa con capitali più importanti al suo interno. Perché in tanti scelgono di vendere su Amazon e non altrove, dove magari porterebbero a casa più ricavo per singola vendita? Perché tutti sono… su Amazon.
Il grafico che riportiamo qui e che è offerto da Defillama racconta il grosso della storia. La liquidità, i valori dentro la chain di Ethereum sono enormemente superiori a tutte le altre chain. Dal grafico mancano gli stablecoin – che su Tron viaggiano con numeri più importanti. Ma per il resto, questa è la rappresentazione grafica.
Ethereum è uno standard per gli smart contract. Tant’è che al punto più importante della loro vita, tutti o quasi gli altri protocolli cercano di diventare compatibili EVM, ovvero con la Ethereum Virtual Machine.
Ci sono diversi esempi di chain che decidono di fare di testa loro, ma questo vuol dire rinunciare al passaggio semplice di App nate su Ethereum e che vorrebbero arrivare sulla propria chain. Cambiare ciò che viene ritenuto standard richiede una fatica enorme. Ed essere considerati lo standard è un vantaggio competitivo di enorme importanza.
È vero che Franklin Templeton sta sperimentando su Stellar, Solana e anche Aptos. È altrettanto vero però che i grandi gruppi sembrano preferire Ethereum anche per la tokenizzazione degli asset classici. BlackRock su tutte, ma anche altre.
Nel primo grafico puoi ammirare la quantità di bond USA tokenizzati che sono onchain (e su quale chain sono). Nel secondo grafico invece i fondi istituzionali. È un risultato probabilmente dei punti 1 e 2, ma anche questo piuttosto emblematico.
SEC sembrerebbe aver mollato la presa e aver inserito Ethereum, anche dopo il passaggio alla Proof of Stake, nel novero delle commodity. SEC non governa tutto il mondo, ma avere una sorta di lasciapassare dai problemi legali negli USA conta, e anche molto.
Solana, che pur sta facendo registrare delle performance importanti (e che ad esempio ha attirato PayPal con il suo PYUSD) non può dire lo stesso. E non possono dirlo tante altre chain.
Su Ethereum si potrà anche avere la sensazione che succeda meno, in termini di novità, rispetto alle altre chain. La verità è però che le novità arrivano sempre quando vengono ritenute necessarie.
Un esempio è l’ultimo maxi-aggiornamento, che ha integrato i blob fuori dalla chain principale e che ha abbassato i costi di transazione.
Altra questione: parte della reattività alle novità è gestita ora dai cosiddetti layer 2 – che sviluppano soluzioni più innovative che finiscono però per avere settlement finale su… Ethereum.
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Io non sono Lord Eth e non ho la presunzione di esserlo. Lui è un cervellone io sono solo un ignorantone ma su ETH non ho dubbi è e rimarrà il migliore e il suo valore, sempre secondo me, è ancora molto sottovalutato.