Vitalik Buterin, il personaggio centrale di tutto l’ecosistema Ethereum ha donato 100 ETH al fondo per la difesa di Roman Storm, co-fondatore di Tornado Cash – che sta affrontando una complicata causa legale proprio per la sua creatura – negli Stati Uniti. È una mossa importante, anche a livello politico. Vitalik Buterin ha infatti donato in modo che fosse evidente l’origine dei fondi, mostrando così a livello pubblico sostegno per la causa.
Una causa che ha scosso il mondo crypto, soprattutto sugli appassionati più “tecnici” e meno “finanziari” di questo mondo. Una causa simile, anche se nei Paesi Bassi, ha visto soccombere l’altro co-fondatore di Tornado Cash, Alex Pertsev.
Il fondo in questione ha già raccolto 327 ETH in donazioni, che al controvalore odierno ammontano a quasi 800.000 dollari, somma importante e necessaria per una difesa che sarà lunga, complicata e costosa.
La notizia è stata confermata anche da Roman Storm, tramite X, che ha scritto:
Non posso descrivere quanto significhi per me. Grazie per il tuo supporto prolungato.
Il processo inizierà il 2 dicembre prossimo, con accuse che sono state già formulate a agosto e che riguardano la gestione di Tornado Cash, per una questione che aveva visto il Dipartimento di Giustizia intervenire già a aprile.
Tornado Cash offre strumenti di privacy per chi utilizza il network Ethereum ed è accusato dalle autorità di mezzo mondo di aver volontariamente offerto copertura per riciclaggio di denaro e per il movimento di fondi di provenienza illecita.
Storm si è dichiarato non colpevole e dovrà pertanto difendersi all’interno di un processo a new York che potrebbe essere definitorio non soltanto per un certo mondo crypto, ma anche per il livello di libertà di programmatori e appassionati in tutto il pianeta.
Il supporto sembrerebbe essere non solo compatto, ma anche concreto: il fondo ha già raccolto quasi 800.000$, che saranno certamente utili per offrire a Storm una difesa articolata e concreta da accuse che potrebbero costargli diversi anni di carcere.
Quella della responsabilità diretta di protocolli di mixing e di offuscamento nel movimento di proventi illeciti è una delle questioni legalmente più complesse nel mondo crypto. Ed è anche una di quelle che maggiormente interessano le autorità di tutto il mondo.
Anche i creatori di Samourai, protocollo su Bitcoin con funzionalità se vogliamo simili, stanno affrontando un processo con accuse simili.
La community – almeno quella di più lungo corso – sembrerebbe essersi schierata in modo compatto. Ora però la partita non si giocherà più sui social, ma in tribunali che dovranno giudicare su casi di portata enorme per il funzionamento delle società in cui viviamo.
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