Si può considerare pressoché chiusa la vicenda FTX. Il giudice ha accettato il piano di bancarotta che ha raccolto il 94% di voti positivi dai cosiddetti piccoli investitori e che invece aveva ricevuto il niet da parte di Sunil Kavuri che invece – come ricorda The Block – raccoglieva gli interessi di diversi grandi investitori che attendevano rimborso.
Al centro della diatriba il rimborso in dollari o in crypto, diatriba che però ora può essere considerata come chiusa, quasi definitivamente. Un passo in avanti verso il recupero del denaro da parte degli utenti che furono truffati – lo ha stabilito una corte USA – da Sam Bankman-Fried e la sua cricca.
Si chiude così uno dei più tristi capitoli della storia del mondo crypto – con la decisione del giudice John Dorsey, diventato suo malgrado una celebrità all’interno del mondo crypto, che ha approvato il piano.
Cosa c’è nel piano?
Nel piano c’è la restituzione per il 98% dei creditori del 118% di quanto avevano perso. No, non c’è stata alcuna magia: la possibilità di rimborsare in toto è in larga parte giustificata dall’incredibile corsa del grosso del mondo crypto dal bottom che è stato toccato proprio in concomitanza del fallimento di FTX. Nondimeno però il giudice ha lodato i curatori della procedura fallimentare.
Voglio fare le mie congratulazioni. Questo è un caso modello di come si dovrebbero gestire i Chapter 11 [la procedura fallimentare negli USA, NDR], più complessi.
Non sembra inoltre si possa tornare indietro per quanto riguarda la tipologia di distribuzione – se in kind e dunque in crypto – oppure se in dollari.
Pietra tombale su FTT?
Nonostante il token abbia fatto registrare un balzo in alto importante – con una giornata che ha visto il +20% di gain, il giudice ritiene che il valore di FTT sia zero.
E ha sostenuto pubblicamente di non avere alcuna ragione per ritenere che in futuro sarà diverso da zero. Una questione che farà certamente discutere.