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Il terrore cinese si abbatte su Bitcoin e crypto: perché la SITUAZIONE è…

La grande corsa della tigre cinese già scricchiola. E ora? Bitcoin e crypto nel nuovo contesto macro.
5 mesi fa
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Non esistono bacchette magiche – e a quanto pare non esistono neanche a Pechino – che pur da queste parti arriva in forma di narrazioni e narrative più vicine alla fantascienza di Marco Polo che alla puntuale analisi economica che ci si dovrebbe aspettare da certi giornali.

Sì, siamo su Criptovaluta.it e dunque della Cina dovrebbe interessarci soltanto relativamente. Dato che però l’ultima settimana è stata dominata dagli entusiasmi (a nostro avviso troppo facili) per certi piani di stimoli partiti da Pechino – è bene tirare le somme, capire cos’è successo e possibilmente non farsi gabbare la prossima volta.

Questo editoriale non è un atto d’accusa verso Pechino. E non lo è neanche verso Washington – dove però è più evidente che non esistono bacchette magiche e pasti gratis. E che l’economia e la finanza, nonostante il loro assomigliare a enormi castelli di carte, devono sempre prima o poi fare i conti con la realtà. E sì, la questione riguarda anche Bitcoin e crypto.

I mercati suonano la sveglia

Le cose sono andate più o meno così: un paio di settimane fa Pechino ha annunciato un piano di stimoli relativamente importante, passando principalmente per iniezioni di liquidità indiretta (andando a fare fine tuning delle riserve bancarie obbligatorie e di altri tipi di fattori). Ci è servito molto poco per vedere i mercati andare in brodo di giuggiole.

WOW, no?

Andiamo però con ordine. Dall’annuncio tutti i principali indici cinesi hanno corso – e non poco. Il grafico che alleghiamo è di A 50 – indice che raccoglie le migliori 50 azioni della borsa cinese. Guardando qualunque altro tipo di indice cinese, troverete lo stesso movimento. Una crescita verticale, innaturale, incredibile. Tutta merito del Partito, che ha allentato i cordoni della borsa e ha riportato l’entusiasmo sulle azioni cinesi.

Dato che oggi vogliamo lasciarvi con più domande che risposte, quello che vi chiediamo è quanto sia sostenibile una crescita del genere, quanto debba essere considerata come il ritorno della tigre cinese e quanto invece sia un ribalzo dettato da entusiasmi che sarà difficile sostenere, perché non si potrà lanciare un piano di stimoli a settimana. E perché, come abbiamo scritto più volte su queste pagine, la Cina ha problemi strutturali che non si possono risolvere semplicemente iniettando liquidità sui mercati. Altrimenti, aggiungiamo, la questione si sarebbe risolta già ad inizio 2024.

I mercati hanno già suonato la sveglia: mentre la scorsa settimana le trattative erano chiuse sulle borse cinesi per la golden week, sono arrivati gli allarmi di Invesco e JPMorgan: forse diverse azioni cinesi sono ora sopravvalutate, e quindi piazzate le vostre puntate con maggiore attenzione.

Sì ok, ma perché dovrebbe interessarci se investiamo in Bitcoin e crypto?

Dovrebbe interessarci relativamente poco. Come – ancora una volta – abbiamo scritto su queste pagine, riteniamo che il parallelo da mercati cinesi e andamento delle crypto è stato spesso fiacco e il più delle volte assolutamente assente.

Quello che può essere più interessante per chi investe è capire la particolare situazione macro che stiamo affrontando, che cercheremo di riassumere in breve, salvo poi parlarne in modo più approfondito sul nostro canale Telegram Premium. Puoi entrare e abbonarti per ricevere analisi esclusive macro, 20 segnali al mese e tanti altri contenuti pro per rimanere sempre aggiornato sui mercati.

Tornando a noi e alla particolare situazione macro che si sta configurando e che anzi si è già configurata:

  • Pivot globale

Fatta eccezione per il Giappone, che vive una storia a sé, tutte le principali economie del mondo sono già in fase di pivot, ovvero di rientro verso tassi di interesse più bassi. USA, Europa, ma anche UK, Svizzera e le altre economie di una certa rilevanza.

Questo vuol dire più liquidità globale – che in genere vuol dire maggiori performance degli asset risk on (azioni, crypto).

  • Il pivot ha dei costi

Chi si è avvicinato ora per la prima volta a certi temi farà bene a chiedersi com’è che non rimaniamo sempre con i tassi a zero o quasi, dato che sono positivi per l’economia. La verità è che indirettamente avere il costo del denaro a zero ha dei costi per i sistemi economici, che si palesano sotto forma di inflazione e dunque svalutazione del denaro stesso, nonché di eccessiva temperatura sul mercato del lavoro, eccesso di domanda, etc. etc. Etc.

La cosa dovrebbe preoccuparci poco se fossimo in una fase di evidente recessione. L’economia però, almeno negli USA, continua ad andare a gonfie vele: ok il PIL (che dovrà però essere confermato in settimana), disoccupazione ancora bassa. E la preoccupazione che tornare troppo rapidamente su tassi troppo bassi c’è, è concreta e costringerà gli alchimisti del FOMC e di Federal Reserve a muoversi con la massima cautela possibile.

  • Siamo vicini ai massimi – e questo non andrebbe dimenticato

Chi ha poi la tendenza a lamentarsi dei movimenti laterali di Bitcoin e della scarsa propensione a salire a razzo – o con la cosiddetta Omega Candle – dovrebbe ricordarsi dove eravamo esattamente 2 anni fa, al fallimento di FTX. E rendersi conto di cosa è accaduto e di cosa potrebbe accadere ora che le condizioni diventeranno più propizie.

Per il resto, chi si aspetterà la decisione finale che cambierà tutto – dai tassi USA agli stimoli cinesi – continuerà a rimanere insoddisfatto. Perché mettere una bagnarola dove il tetto perde non vuol dire aver riparato il tetto. E perché bendandosi non si fanno comunque sparire i problemi che sono nella stanza.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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