Quasi 70.000 Bitcoin che sono in possesso degli Stati Uniti d’America finiranno per essere venduti. Una situazione che è in realtà la normalità per gli asset che vengono sequestrati, ma che sta facendo comunque discutere su diverse testate americane che si occupano di crypto.
Di cosa si parla? Si tratta in realtà di una quantità importante di Bitcoin che arrivano da Silk Road, vecchio marcato di prodotti più o meno legali, nel quale l’utilizzo di Bitcoin era piuttosto popolare. Una storia che conoscono tutti e che va avanti da tempo e che riguarda anche i quasi 70.000 Bitcoin che furono sequestrati a chi aveva hackerato il marketplace stesso.
Bitcoin che sono diventati di proprietà degli Stati Uniti, se non fosse che Battle Born Investment aveva contestato la decisione, affermando di aver acquistato diritti su quei Bitcoin. Cosa che era stata rigettata dalle corti californiare e che è poi arrivata in Corte Suprema. Corte suprema che però non ascolterà le ragioni di Battle Born Investment, chiudendo una volta per tutte la questione.
E ora? C’è da preoccuparsi?
Abbiamo parlato più volte su queste pagine della questione che riguarda i Bitcoin che sono di proprietà degli Stati Uniti. Bitcoin che sono stati ottenuti tramite sequestro e che vengono progressivamente venduti.
Secondo Arkham nei wallet direttamente controllati da entità legate agli Stati Uniti ci sono oltre 203.000 Bitcoin, somma importante e che è stata appunto raccolta tramite diversi sequestri.
Di questi 203.000, quasi 70.000 erano legati ad un sequestro condotto ai danni di ignoti che avevano hackerato Silk Road e che poi erano finiti a loro volta nelle mani della giustizia americana.
Su tali Bitcoin si era poi scatenata una battaglia legale: da un lato il governo degli Stati Uniti, che affermava di avere piena legittimità di liquidare gli asset secondo le procedure indicate dalla legge. Dall’altro Battle Born Investments, che da tempo sostiene di avere diritti (acquistati in passato) su quei Bitcoin.
La questione nel 2022 era stata già rigettata dai tribunali californiani, cosa che ha spinto poi Battle Born a tentare la strada della Corte Suprema. Corte Suprema che però nella giornata di ieri ha confermato l’assenza di presupposti che permetterebbero la discussione del caso.
Caso che ora si può dunque dire completamente chiuso – con i quasi 70.000 Bitcoin in questione che sono già nella disponibilità di US Marshals, che è la divisione deputata alla liquidazione degli asset che sono stati ottenuti tramite sequestro.
Con ogni probabilità vendite contenute nel tempo
Gli Stati Uniti hanno sempre evitato la strada tedesca – ovvero la rapida liquidazione di certi asset. Per quanto non sappiamo ancora esattamente cosa avverrà, possiamo aspettarci un impatto prossimo allo zero sui mercati derivante da queste vendite.
La notizia è forse responsabile di una parte delle pressioni ribassiste che si sono fatte registrare nella giornata di ieri. Tuttavia, per quanto tante pubblicazioni crypto e soprattutto profili social la stiano spacciando per notizia del secolo, difficilmente avrà un qualche tipo di impatto. E per l’inizio delle vendite si potrebbe comunque dover aspettare a lungo.