Ancora nervosismo sul mercato crypto e Bitcoin, mentre altrove ci si gode una giornata relativamente tranquilla, e anzi di recupero per quanto riguarda NASDAQ, S&P 500 e tutti gli altri indici principali delle borse USA. Sulla situazione generale macro è recentemente intervenuto il nostro Alex qui. Sui dati di oggi pomeriggio che stanno invece agitando Bitcoin e dintorni, sarà il caso di spendere qualche parola in più.
La flessione più importante è avvenuta alle 17:30, in concomitanza con un indice macro diffuso da Fed Atlanta, ovvero GDPNow, misura invero assai grezza di cosa ci si aspetta dal PIL, che ha finito per riportare un valore molto più alto delle aspettative. Se i mercati e gli analisti si attendevano un +2,5%, dal modello di Fed Atlanta è venuto fuori un +3,2%; che dimostrebbe la presenza di un’economia piuttosto in salute. Anzi, forse troppo in salute.
Sulla serietà della negatività del dato nutriamo più di qualche dubbio. Ed è per questo motivo che analizzeremo quanto è accaduto, perché è cosa in realtà possiamo aspettarci da una settimana che sarà comunque ricca di interessanti spunti.
Servono però almeno un paio di premesse. La prima è che quello di Fed Atlanta è un modello relativamente grezzo e che infatti i mercati classici ignorano bellamente. Nonostante il dato arrivato molto lontano dalle aspettative, tutti i principali indici hanno continuato per la loro strada. E anche il dollaro non ha mostrato alcun tipo di sussulto.
Situazione diversa dalle parti di Bitcoin. C’è stata una flessione all’interno di una candela sui 15m delle più curiose. Prima BTC ha perso infatti i 62.000$, poi li ha prontamente recuperati, come se i mercati si fossero accorti di due cose: la prima è che a 61.800$ sembrerebbe esserci una buona muraglia. La seconda è invece che questo dato non è che poi sia così fondamentale.
L’unica spiegazione razionale al momento è che gli investitori su Bitcoin ritengano tagli dei tassi più rapidi possibile come una conditio sine qua non sarà impossibile aspettarsi un’altra stagione positiva per Bitcoin. È una lettura che poggia sul parallelo tra M2 e valore del mondo crypto, parallelo certamente esistente, ma che a nostro avviso è una lettura soltanto parziale di cosa potrebbe accadere a Bitcoin nel corso dei prossimi mesi.
La questione che sembrerebbe aver assunto una centralità assoluta sono i prossimi tagli, che ci saranno tra un mese esatto e che nessuno sconta ormai per 50 punti base. L’11% ritiene che ci saranno addirittura zero tagli, dato che la situazione non li richiede. Inflazione lentamente verso il target, PIL elevato, mercato del lavoro in salute.
La maggioranza ritiene che ci saranno però per 25 punti base – e però nessuno sconta più la possibilità che Fed tagli di 50 punti base già dalla riunione di novembre. Situazione per l’appunto complicata, ma che non dovrebbe a rigor di logica impattare sulle sorti e progressive di BTC e dell’intero comparto.
Non riteniamo che da questi dati si possano trarre conclusioni oggettive, chiare e che indichino una direzione che vada oltre il brevissimo periodo.
Una situazione che continua ad essere di grande confusione e che vede addirittura scarichi di BTC e crypto in controtendenza rispetto all’andamento delle borse. Si dovrà pazientare forse ancora un po’ prima di venire a capo di una situazione complessivamente… complessa.
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