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FBI ha un suo crypto token. E lo ha usato per dimostrare MANIPOLAZIONI di mercato

FBI ha creato un suo crypto token - e lo ha utilizzato all'interno di indagini contro la manipolazione di mercato.
4 mesi fa
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Chi è nel mondo crypto lo è anche per le assurde storie che ciclicamente si presentano nella vita del comparto. La più assurda di tutte è probabilmente quella che arriva dagli States, dove FBI e Dipartimento di Giustizia hanno citato in giudizio diverse società di market making che però, dietro l’apparente business legale, offrivano servizi di promozione non proprio etici (e a quanto pare non proprio legali).

Le accuse sono verso quattro società – Gotbit, CLS Global, MyTrade e ZM Quant – tutte coinvolte a diverso titolo nella promozione a pagamento di crypto meme e low cap. E più in generale nel rappresentare sui mercati quello che non esisteva, sia in termini di prezzi che in termini di volumi.

E se non fosse sufficiente questo, la storia include anche un token creato da FBI proprio per scoprire il modus operandi delle quattro società sopracitate (e citate in giudizio).

Sì, FBI ha creato un proprio token

E questa è soltanto una parte della storia, per quanto probabilmente la più assurda. Per sgominare quella che secondo il Dipartimento di Giustizia sarebbe poco più che un’organizzazione criminale, FBI ha creato un suo token. Lo ha chiamato NextFundAI e lo ha anche dotato di un sito web apparentemente legittimo.

Il nome fa(ceva) riferimento ad uno dei trend che sono stati più forti durante gli ultimi mesi, ovvero quello delle crypto AI. Ma dietro NextFundAI non si nascondeva una potenziale gemma, ma piuttosto un cavallo di troia utilizzato per sgominare i presunti malviventi di cui sopra.

Manipolazione di mercato

Di accuse ce ne sono diverse – e ruotano tutte intorno alle manipolazioni di mercato che i gruppi di cui sopra avrebbero messo in piedi per la promozione di token di belle speranze e di poca fortuna. Non solo promozione su canali social, ma anche volumi che erano generati proprio dalle società di cui sopra, al fine di far scalare le classifiche di token in trend e cercare di attirare gonzi ai quali vendere i token.

Pratiche che per le leggi degli Stati Uniti sono illegali e che hanno finito per portare i responsabili delle quattro società di cui sopra alla sbarra. Dovranno ora difendersi da accuse tanto infamanti quanto potenzialmente fonte di diversi anni di carcere.

Per chi è arrivato da poco nel mondo crypto, una lezione su come evitare certe avventure. Il sito messo in piedi da FBI per il token utilizzato per le indagini ricorda tanto, forse troppo la miriade di progetti crypto senza arte né parte che ci vengono proposti come prossima gemma.

Da oggi dunque in guardia: non ci sono soltanto gli scammer da evitare, ma anche operazioni di questo tipo.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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