Tether sarebbe pronta a entrare nel mondo delle commodity. E no, non si tratta di investimenti (il gruppo è già esposto verso Bitcoin e oro), ma come istituto di credito “anomalo”, che fornirebbe a diverse società del trading fisico linee di credito. Una soluzione che sarebbe particolarmente allettante, sempre secondo quanto riporta Bloomberg, per diverse ragioni.
La prima è che le società più piccole di trading hanno enorme difficoltà ad accedere a linee di credito sufficienti, per un settore che muove miliardi in tutto il mondo. La seconda è che Tether potrebbe operare senza diversi dei vincoli ai quali sono invece sottoposte le banche classiche.
Una soluzione anche per Tether – che finirebbe per trovare un impiego remunerativo all’enorme quantità di denaro sulla quale siede la società che gestisce il più importante degli stablecoin, con una capitalizzazione complessiva di quasi 120 miliardi di dollari.
Credito privato, targato Tether
La Tether che tutti conoscono come provider di stablecoin vuole diventare più grande. Da tempo investe in settori alternativi – su tutti quelli dell’energia – e da tempo sarebbe in cerca di impieghi alternativi dell’enorme capitale che ha accumulato. Uno di questi sembrerebbe essere – come sbocco potenziale – quello del trading di commodity, ma non nel senso in cui lo potrebbero intendere i più.
Tether potrebbe proporsi infatti – secondo un report che non è stato smentito dall’azienda – come società di credito privato che andrebbe a servire un settore molto particolare, quello di chi sposta intere petroliere e enormi carichi di materie prime. Un settore nel quale le società più importanti possono trovare credito senza grossi problemi, ma dove le più piccole hanno enormi difficoltà di accesso, anche per la particolarità del loro business.
Particolarità che includono tempistiche e anche le interazioni con paesi che sono sottoposti a sanzioni e che hanno pertanto difficoltà di accesso al mercato del credito in dollari USA.
Tether – per quanto aspetteremo ulteriori delucidazioni da parte dell’azienda – sembrerebbe interessata a entrare in questo mercato e a offrire quanto servirà in un business che potrebbe rilevarsi come estremamente remunerativo.
La banca che non è una banca
Si completerebbe così il cerchio di una Tether che su queste pagine abbiamo più volte definito come banca senza essere una banca. O per chi ha un po’ di conoscenza della storia del settore, come una banca che fa davvero la banca.
Si tratterebbe di una buona notizia per il mondo crypto? Assolutamente sì. E metterebbe anche a tacere le voci di crisi per Tether in seguito a questioni in Europa che sono comunque in via di soluzione.