Mentre in Italia e in Europa di discute del ban per Bitcoin e crypto, altrove la possibile innovazione si abbraccia. Si investono miliardi e si studia come migliorare il mondo dei pagamenti. La storia di oggi arriva da Stripe, uno dei payment processor più importanti del mondo, che secondo quanto riportato da TechCrunch ha acquisito per 1,1 miliardi di dollari una società che offre una piattaforma stablecoin.
Si tratta nello specifico di Bridge, per un accordo che secondo il capo di TechCrunch Michael Arrington sarebbe stato già concluso, per quanto manchino ancora i comunicati ufficiali da parte delle aziende coinvolte. Si tratta dell’acquisizione più importante della storia di Stripe, payment processor di enorme rilevanza e che evidentemente deve aver visto qualcosa nella possibilità di integrare tali tecnologie nel suo business.
Un comparto che continua a fiorire – nonostante attacchi in tutto il mondo: Europa, Italia, ma anche USA, con un paper pubblicato la scorsa settimana da Fed Minneapolis che – pur utilizzando Bitcoin come metafora – ne suggerisce la messa in stato di illegalità.
Stripe forse non ha bisogno neanche di presentazioni. Ha superato di recente la soglia di 1.000 miliardi di pagamenti ed è da tempo interessata anche all’aspetto crypto che può essere offerto dai pagamenti.
Pochi mesi fa John Collison, CEO del gruppo, aveva annunciato la volontà di integrare i pagamenti in stablecoin – cosa che sembrerebbe essere poi la motivazione dietro un’acquisizione costosa e che indica un impegno importante da parte del gruppo nel mondo delle crypto.
Bridge offre API avanzate per la costruzione di piattaforme di pagamento basate su stablecoin, offrendo API avanzate per la costruzione di questi sistemi e anche per l’emissione di questi token.
Seguiranno aggiornamenti di questa notizia quando le aziende confermeranno l’acquisizione e quando Stripe illustrerà l’integrazione dei sistemi ottenuti tramite questa integrazione.
Un passo in avanti importante per l’intero comparto, a prescindere poi da quali saranno effettivamente le modalità di integrazione.
Mentre in Italia si cerca di far chiudere il settore e mentre dall’Europa arrivano paper minacciosi – altrove si punta su queste tecnologie, che possono aiutare a migliorare e rendere più efficienti i sistemi di pagamento.
Diversità di approcci che pagheremo sulla nostra pelle – anche se dovessimo limitarci soltanto all’aspetto economico dell’intera vicenda. Se poi dovessimo guardarla da altri lati, che stiamo discutendo sul nostro canale Telegram proprio in queste ore, il quadro ne verrebbe fuori ancora più deprimente.
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