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GUERRA TASSE BITCOIN

Bagarre nel governo sulla TASSA BITCOIN al 42%: come e perché possiamo vincere

C'è possibilità di vittoria: ecco quanto tempo ci vorrà per saperne di più... sulle nuove tasse su Bitcoin e crypto.

Non c’è accordo in maggioranza, come avevamo già anticipato nel nostro precedente speciale – ed è ora ufficiale l’apertura del dibattito sul tentativo di aumentare le tasse su Bitcoin e crypto, portandole al 42% dal 26% attuale. La fase è delicata, ma possiamo dire di aver riportato una sorta di vittoria almeno in questa prima fase. Vittoria in battaglia non vuol dire necessariamente che si vincerà, però, la guerra.

Cosa sta accadendo? La Lega, uno dei tre partiti di governo, ha annunciato la volontà di presentare un emendamento. Emendamento che vuol dire cercare di far passare ai voti la rimozione dell’aumento dalla Legge di Bilancio.

Per capire però cosa voglia dire l’emendamento in sé anche all’interno delle dinamiche parlamentari, sarà necessario analizzare la situazione e capire cosa è successo in passato e cosa potrebbe accadere in futuro, per una situazione che è invero assai delicata e sulla quale si gioca il futuro del nostro comparto in Italia.

Sul tema abbiamo appena pubblicato un video in anteprima sul nostro Canale VIP Premium – dove troverai informazioni e analisi aggiuntive che non vengono pubblicate sul sito, oltre a 20 segnali, approfondimenti illimitati macro, presentazione di chain e progetti top e anche di airdrop!

Lega pronta con l’emendamento: la guerra su Bitcoin e crypto ha inizio

Nelle puntate precedenti: in conferenza stampa il viceministro al MEF Leo ha annunciato la volontà del governo di portare la tassazione sulle plusvalenze da Bitcoin e crypto al 42%. Un’aliquota punitiva che ha come obiettivo quello di abbattere il settore in Italia e che – secondo indiscrezioni che abbiamo motivo di ritenere fondate – sarebbe stata proposta da entità al di fuori del parlamento, ma all’interno dello Stato.

La Lega, tramite l’On. Centemero, ha subito contestato l’introduzione della norma e ha annunciato battaglia, in modo compatto. Tanto basterebbe per ritenere l’aumento dead on arrival, come dicono gli americani, ovvero morto prima anche di nascere. Prima però di cantare vittoria c’è bisogno di capire come si svolgono certe trattative.

  • Il governo non ha interesse a vedere l’emendamento discusso in aula

Questo perché, con i numeri attuali, rischierebbe di andare sotto, ovvero di essere messo in minoranza, tra le altre cose su una questione marginale tanto per le casse dello stato quanto per il programma politico dello stesso governo.

È molto più probabile che se ne discuta fuori dall’aula e che si rimuova la norma o che si arrivi ad un compromesso, sempre per evitare il problema di cui sopra.

  • I tempi

Sono lunghi. Oggi dovremmo vedere il testo della bozza, la prima, e poi dovrebbero aprirsi lunghe e tediose trattative che hanno come obiettivo quello di rimuovere ciò che non è desiderabile per una delle forze della maggioranza.

Di dossier oltre a quello su Bitcoin e crypto sembra ce ne siano per ora pochi – e questo è a tutto vantaggio di una questione che – all’interno della politica italiana – è comunque considerata come di poco conto e certamente non una collina metaforica sulla quale morire.

I tempi potrebbero essere anche di 4 settimane ed è quello con ogni probabilità il rischio più grande per gli appassionati crypto.

Rimane necessario mantenere l’attenzione alta

E soprattutto chiedere conto ai direttamente coinvolti come stiano procedendo le cose. Il rischio maggiore per il momento è che la cosa passi in secondo piano e che il partito di maggioranza che è all’opposizione su questa specifica questione perda l’incentivo a dare battaglia.

Continueremo pertanto a seguire la cosa, a stimolare il dibattito anche fuori dalle mura crypto e a cercare di tenere anche la vostra, di attenzione, alta. Ce la possiamo fare e – senza mollare – crediamo che ce la faremo.

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Ettore
Ettore
8 ore fa

Visto che i governi italiani, di qualunque colore politico, non sono nuovi alle autosanzioni (ricordiamo, tra le altre, quella autodistruttiva sul gas russo, che l’Italia compra triangolato, al triplo del prezzo, da Cina, India e Turchia, oltre a comprare, anche questo maggiorato, quello algerino che, per gli effetti della joint venture Sonatrach & Gazprom 50%&50%, finisce comunque in buona parte nelle casse russe in barba alle (auto)sanzioni) a questo punto della farsa spero che l’attuale governo dia davvero seguito all’aliquota del 42% sulla plusvalenza delle criptovalute. Personalmente non solo detta tassazione non mi tange (sono residente, registrato AIRE, a Mosca!), ma mi aprirá enormi opportunitá di gestire, come privato, o come societá di diritto russo, la possibilitá di fare copiosa raccolta di bitcoin (et similia), in fuga dall’asimmetrico, iniquo, vampiresco fisco italiota, onde gestirli, per conto della clientela italiana, visto che qui la tassazione, giá piú bassa in partenza, resta comunque sempre in linea con prodotti e servizi similari…

Meno incassi per il dracula fiscale italiota -> meno armi all’Ucraina da parte dell’italia-> meno droni che, di tanto in tanto, scoppiano, di notte, qui in zona, disturbandomi il sonno… (in ealtá ne ho contati solo 2 iin tanti mesi di guerra. Ma prevenire é meglio che scoppiare…)

Giorgia vai avanti cosí: tassali tutti visto che hai pure il benestare delle opposizioni! (Un po’ piú sbilenca, con poche chance, procede la lega con giorgetti in linea col governo, mentre alcuni esponenti del suo partito, parlamentari, ma non membri del governo, mugugnano dal basso…)