Anche il Partito Democratico si dichiara contro l’aumento della tassazione su Bitcoin e crypto al 42%. L’opposizione al provvedimento inserito nella prima bozza della Legge di Bilancio è stata manifestata in un comunicato stampa che cita il responsabile di economia e finanza del partito guidato da Elly Schlein.
Le parole spese a favore del settore sono di quelle importanti: il settore sarebbe uno di quelli che a livello globale cresce di più e che viene più utilizzato dai giovani. Intervento che sarebbe, tra le altre cose, contro i principi di armonizzazione fiscale.
Si riduce dunque ulteriormente il parco di partiti potenzialmente a favore della norma, dato che sembra ci sia maretta anche tra i banchi della maggioranza, per una norma che è piombata come un fulmine a ciel sereno sulla conferenza stampa di presentazione della Legge di Bilancio e che ora fa fatica a trovare padri, anche fossero meramente putativi.
A parlare, all’interno di un commento più ampio alla Legge di Bilancio è il senatore del PD Misiani, che afferm:
Con il comma 2 dell’articolo 4 del disegno di legge di bilancio, l’esecutivo ha deciso di aumentare del 61% il carico fiscale sulle attività legate alle criptovalute, innalzando l’aliquota sulle plusvalenze dal 26% al 42%. Un colpo mortale per uno dei settori a livello globale più in crescita, ampiamente utilizzato dai giovani.
Commento chiaro, che viene poi richiamato in chiusura di comunicato:
Chiediamo a gran voce un ripensamento immediato di queste misure. Non possiamo permettere che la tassazione sulle crypto e sui servizi digitali diventi l’ennesimo ostacolo alla crescita del nostro Paese. Il futuro non si tassa, si costruisce!
Ampio appoggio dunque al settore anche da parte del Partito Democratico, partito storicamente neutro riguardo il mondo di Bitcoin e crypto e che però sembrerebbe essere pronto a cavalcare un’onda di malcontento che lambisce anche i lidi della maggioranza.
Il rischio principale ora è che si trovi una soluzione a metà strada che sia comunque punitiva del settore, manovra che sarebbe – ci facciamo portavoce dei nostri lettori – assolutamente inaccettabile.
Continueremo a monitorare molto da vicino l’evolversi della situazione, che rimane però più interessante sul fronte della maggioranza, dove il malcontento, per questioni numeriche, ha un impatto maggiore sul futuro della norma. Norma che – lo ripetiamo – come ogni sconfitta non ha nessun padre.
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Ma secondo voi chi metterà più in Italia soldi in criptovalute vado in svizzera apro un conto bancario è compro criptovalute a tassazione zero
non ci deve essere una soluzione a metà strada il 26% è già tanto e poi bisogna che ci sia informazione su questo nuovo settore perchè può essere pericoloso per chi pensa che con il mercato cripto si fanno soldi facili.
Immagina credere che il partito che portà la luce, gas e benzina a prezzi mai visti sia contro le tasse