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Dogecoin fa +11% in 24 ore: e se fosse tutto merito di Donald Trump (e Elon Musk)?

4 mesi fa
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C’è un tweet di Elon Musk. E questo è certamente vero. Ma chi ci segue sa che le sparate di Musk su Dogecoin hanno da tempo un effetto in sedicesimo, ridotto, quasi nullo sull’andamento di $DOGE. E per giustificare la nuova incredibile corsa del re dei meme del mondo crypto abbiamo un’altra teoria che abbiamo già abbozzato altrove e che ci sembra essere una delle più credibili.

Se fosse Dogecoin, più di Bitcoin, ad essere una sorta di Trump trade, ovvero dell’asset che sale al crescere delle possibilità che venga eletto Donald Trump? Il perché è presto detto: la correlazione tra i due asset, almeno post New York – raduno di trumpiani che sarebbe andato (stando a quanto raccontano un po’ tutti) molto bene… sembrerebbe essere piuttosto alta.

Sarà vero? Non sarà vero? E se fosse Dogecoin il vero investimento da fare per chi vuole puntare sulla vittoria di un Trump che – lo ricordiamo – è sostenuto anche da Elon Musk?

Elon Musk e Donald Trump il carburante della corsa di Dogecoin?

Forse sì, forse no. Dogecoin corre oggi insieme a DJT, che non è un token ma sono le azioni di Trump Media & Technology Group, gruppo che è ormai un termometro 1:1 dell’andamento elettorale di Trump.

Le azioni “di Trump” e Dogecoin (in rosso)

Ok, e cosa c’entrerebbe Donald Trump? Il discorso è un po’ più ampio: il candidato alla presidenza USA si è già speso a favore di Bitcoin, ha lanciato la sua crypto e si è detto comunque aperto al settore. A dargli manforte è arrivato poi Elon Musk, da sempre con il pallino di $DOGE e che ieri è tornato, anche se indirettamente, a twittare sul tema.

Fila? Non fila? Avremo certamente modo di discuterne, in particolare sul nostro canale VIP Premium – dove riserviamo ai nostri lettori più fedeli analisi che poi non finiscono sul sito. Per noi però rimane un’ipotesi non solo suggestiva, ma l’unica spiegazione oggi per una corsa di $DOGE che ha certamente dell’incredibile.

L’ipotesi B

Dogecoin nel precedente ciclo ha avuto più volte la tendenza ad aprire corse importanti degli asset considerati più seri dagli investitori più ingessati. Ingessati per quanto lo si possa essere nel mondo crypto.

È il campanello d’allarme per un arrivo in grande forma all’appuntamento elettorale di tutto il settore? Staremo a vedere: di dati macro importanti che potrebbero tagliare le gambe alla corsa del settore ce ne sono. E, almeno ad avviso di chi vi scrive, di fattori da incrociare, ce ne sono diversi. A partire da quelli… politici.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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