+ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT+ Il Partito Democratico è compatto: voterà a favore di qualunque emendamento contro l’aumento al 42% della tassazione sulle plusvalenze su crypto e Bitcoin. Il nostro giornale ha intervistato l’On. Antonio Misiani, responsabile per il PD di Economia e Finanze, Imprese e Infrastrutture, con li quale abbiamo avuto modo di parlare anche del futuro del settore crypto in Italia, almeno secondo la visione del principale partito di opposizione.
Partito Democratico che ritiene però che si sia trattato di un tentativo, per quanto maldestro, di fare cassa, senza tra le altre cose fare i conti con il proverbiale oste. La relazione tecnica che accompagna la Legge di Bilancio, come è noto, indica in soli 16,7 milioni di euro il gettito aggiuntivo che deriverebbe dall’aumento delle aliquote.
Un livello di tassazione che è abnorme e sul quale il PD sarà pronto anche a presentare un emendamento per l’abrogazione della norma che per ora manca, lo ricordiamo, di un padre anche soltanto putativo, con due dei tre partiti di maggioranza che hanno annunciato opposizione sul provvedimento.
Partito Democratico, tasse su Bitcoin e futuro crypto con l’On. Antonio Misiani
Criptovaluta.it: Il Partito Democratico è compatto nel votare e/o presentare eventuali emendamenti, nel caso in cui la norma dovesse effettivamente rimanere in Legge di Bilancio?
On. Antonio Misiani: L’innalzamento dell’aliquota su Bitcoin e crypto è una scelta sbagliata […] Portare l’aliquota al 42% è anche contro qualunque principio di armonizzazione fiscale, perché comporterebbe un livello di tassazione nettamente superiore a quello che grava sulle altre attività finanziarie. Questa norma va cancellata. Il PD presenterà un emendamento per abrogarla.
Criptovaluta.it: Sareste eventualmente disposti a votare a favore di emendamenti che sarebbero presentati da partiti di maggioranza (dovrebbe presentarlo la Lega) o dal Gruppo Misto (anche Marattin lo ha annunciato)?
On. Antonio Misiani: Certamente, non abbiamo alcun pregiudizio di sorta. Voteremo a favore anche di emendamenti promossi da altre forze politiche, a prescindere dal fatto che si collochino in maggioranza o all’opposizione.
Criptovaluta.it: Il Partito Democratico non ha mai avuto una linea sul mondo Bitcoin e crypto. Qual è il rapporto con questo mondo e cosa propone la principale forza di opposizione per il settore in Italia?
On. Antonio Misiani: Questo è un mondo che esiste ed ha una crescente rilevanza economica ed in quanto tale va sicuramente gestito e normato. Per arrivare ad una regolamentazione seria e equilibrata è però fondamentale confrontarsi con i principali esperti del settore. Non si può pensare di affrontare il tema delle crypto-attività esclusivamente sotto il profilo fiscale, imponendo una tassazione vessatoria come sta facendo il governo con questa legge di bilancio. L’Italia deve decidere se vuole puntare su questo settore o se vuole lasciare ad altri Paesi l’opportunità di farlo, restando ai margini. Bisogna decidere se essere veri protagonisti o semplici follower.
Criptovaluta.it: Ritiene che il tentativo di portare al 42% la tassazione sulle plusvalenze sia per ragioni di cassa o per spingere il settore alla scomparsa in Italia?
On. Antonio Misiani: La norma proposta dal governo è approssimativa, scritta senza grande cognizione di causa. Io credo che l’obiettivo sia solo fare cassa, raggranellando qualche soldo in più per la manovra di bilancio. Nemmeno tanti, a dire il vero: la relazione tecnica della legge di bilancio stima un maggior gettito di soli 16,7 milioni annui. Il problema è che così si spinge davvero il settore verso la scomparsa dall’Italia. Questo è un mondo molto interessante ma ripeto, va trattato con rispetto e con una importante conoscenza tecnica alle spalle, cosa che a occhio manca a chi ha proposto e scritto questa norma.
L’italietta é, come al solito, perfetta nell’autocastrazione! Secondo me l’aliquota al 42% passerà, e molta criptovaluta, attualmente attribuibile a cittadini residenti in Italia, si involerà fuori dalla portata dei radar del fisco. Questo perché giá al 26% era vessatoria (rispetto ai BTP et similia). Se ancora non si era involata, pur con tassazione al 26%, era perché la maggior parte degli investitori era in perdita e non aveva plusvalenza. Ma, con i recenti rialzi, le plusvalenze iniziano ad apparire… A questo punto gli investitori, vuoi per il 26%, vuoi per il 42%, vuoi per una patrimoniale del 100% p.v., non potendo sostenere un clima di cotanta incertezza, metteranno al sicuro (bastano pochi click) i propri risparmi in criptovaluta.
Giusto per fare presente l’autocastrazionismo italiota da autosanzioni, vi racconto un episodio a carattere personale: scadendomi in questi giorni il visto per la Russia sono rientrato in Italia per rinnovarlo. Qui ho scoperto che le compagnie italiane, su istigazione della Farnesina, non fanno più l’assicurazione viaggi richiesta per il visto. Alcuni operatori di dette compagnie mi hanno pure detto, al telefono, che é perché “l’Italia è in guerra con la Russia e lì la situazione è devastata” (io sono appena rientrato da Mosca e vi assicuro che sono tutte balle! Invece, a leggere i giornali italiani, pare che tra esondazioni di fiumi, morti sul lavoro, palazzi che crollano, varianti COVID che ancora circolano solo in Italia, per cui ancora consigliano altre dosi , povertà diffusa ed in pauroso aumento, devastata è l’italietta. Tra l’altro in Russia mica se ne sono accorti che l’Italia è in guerra contro di loro! Si vede che la Farnesina, dopo aver indottrinato le compagnie assicurative italiane, si è dimenticata di avvisare la Russia! Succede… ).
Morale della favola: ora il consolato russo accetta pure polizze viaggi sottoscritte con compagnie russe (prima non lo faceva!) che costano meno della quarta parte di quelle italiane, quando non sono del tutto gratis (т-банк, una delle 2 banche presso cui ho acceso un conto, la offre gratuitamente alla propria clientela…). Insomma altri soldi che l’Italia non incassa per autosanzioni! Contenti voi…