La prossima stagione – quella post elettorale negli USA – potrebbe essere quella degli ETF su crypto di seconda fascia (almeno per capitalizzazione di mercato) – anche negli Stati Uniti. Di proposte in realtà ne sono state già inviate diverse – e con ogni probabilità ne arriveranno delle altre soprattutto se dovesse preannunciarsi un futuro di SEC senza Gary Gensler alla guida – o comunque con equilibri cambiati tra i commissari.
Una situazione che potrebbe fare la fortuna degli investitori che attendono questo tipo di prodotti e che potrebbero arrivare in concomitanza o quasi con la fase ascendente del ciclo. Ed è un buon momento per fare qualche ragionamento su quelli che potranno essere i prossimi asset ad avere un ETF negli USA.
Litecoin (Canary), Solana (VanEck, 21Shares), Ripple (Bitwise, 21Shares) hanno già fatto i primi passi. Ma c’è spazio anche per altro? Vediamolo insieme.
È un buon momento per gli ETF crypto. Diversi dei gestori che sono presenti negli USA stanno cercando di esercitare una sorta di pressing su SEC, approfittando sia di quanto di buono sta accadendo in ambito Bitcoin e Ethereum, sia del fatto che la tenuta di certe teorie di SEC sembri essere ai minimi (vedi caso Ripple).
Oltre ai tre asset che abbiamo visto sopra – con Litecoin che è stato proposto per il momento da Canary (società di nuova costituzione) – ci sarà certamente spazio per altri asset crypto.
La situazione negli USA rimarrà forse più complicata per BNB – almeno rispetto all’Europa. Per il resto però – soprattutto laddove dovessero mancare interessamenti in senso negativo da parte di SEC, non dovrebbero esserci ostacoli. Sappiamo di essere quasi soli in questa battaglia, ma legalmente non vi è motivo per non avere un ETF su Dogecoin – in particolare se dovesse anche tornare un certo appetito per certi asset (appetito che a nostro avviso ha almeno una componente elettorale).
Qualcosa già è arrivato (ETH + BTC), altri potrebbero arrivare in futuro, anche se si dovranno prima vedere gli ETF singoli già quotati. I prodotti in paniere sono già di enorme popolarità in Europa, e non vi è motivo per non vederne diversi anche negli USA, magari anche da parte di gestori di prima fascia.
I due principali gestori anche per questa categoria di asset potrebbero però rimanere alla porta: la società gestita da Larry Fink ha infatti indicato più volte di non vedere, da parte dei suoi clienti, un grande interesse per crypto che sono diverse da Bitcoin e crypto.
Servirà crescere, e tanto, sia in termini di adozione sia in termini invece di prezzo per vedere forse un interessamento più diffuso che possa coinvolgere anche la clientela di questo specifico comparto della finanza tradizionale.
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