ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT – Tutto fermo, fino a quando si discuterà nelle commissioni rilevanti. Si torna a non parlare di tassazione crypto al 42% – con alcuni dettagli che sono chiari e altri che lo sono, per forza di cose, poco.
Gli schieramenti sembrerebbero essere netti: a sostegno della misura della tassazione al 42% ci sarebbe una minoranza della maggioranza, per quanto abbia accuratamente evitato di farlo pubblicamente. E ci sarebbero invece contro il provvedimento Lega, Forza Italia, 5 Stelle, Partito Democratico, una mole di parlamentari e senatori sufficiente per far naufragare la proposta.
Ci sarebbe da festeggiare, se non fosse che i percorsi che portano la Legge di Bilancio (quella che più volgarmente chiamiamo Finanziaria) non sono sempre limpidi, non sono sempre rettilinei, e che secondo i più informati assomigliano più spesso al Mercante in fiera che a pianificazione economica accurata, anche ascoltando i pareri di tutti i partiti di maggioranza. Siamo tornati a chiedere un breve commento all’On. Centemero, Lega, tra i pochi ad essersi schierati in prima fila contro il provvedimento, anche per chiedere lumi sull’accordo e sul compromesso del quale si parla davanti e dietro le quinte e che però nei dettagli rimane invero ancora assai misterioso.
La Legge di Bilancio non è certamente materiale per gli impazienti. Impazienti che però popolano in larga maggioranza lo spazio occupato dagli investitori in Bitcoin e crypto nella nostra società. Tuttavia toccherà portarla, la suddetta pazienza, perché siamo ancora in alto mare o comunque lontani dalla destinazione. E la destinazione, aggiungiamo, è ancora incerta. Si finirà con un buco nell’acqua e dunque per pagare il 42% – oppure si tornerà al 26% inaugurato nel 2023? Oppure ancora c’è spazio per un accordo? E se sì, quale accordo?
Nella nostra prima intervista all’On. Centemero c’era stato spazio per una porta, una porticina, una possibile terza posizione rispetto alle due di cui sopra.
Ci sono anche ulteriori soluzioni, non mi sbilancio per ora, sono scaramantico.
Ci sarebbero dunque ulteriori soluzioni, sulle quali però per il momento vige il riserbo più assoluto, vuoi per scaramanzia (vedi sopra) vuoi perché con un pizzico di cinismo si ritiene, almeno dal nostro lato della barricata, che si dovrà trattare.
Siamo tornati alla carica chiedendo ulteriori delucidazioni all’On. Centemero – gentile nell’offrirci ulteriore risposta – senza però riuscire a saperne di più:
Dobbiamo aspettare la discussione in commissione. È ancora presto.
Si dovrà dunque aspettare una discussione – che ci aspettiamo animata – che avverrà in commissione e che sarà una sorta di sentenza definitiva sul futuro degli investimenti in Bitcoin e crypto nel nostro paese.
Un futuro che non era apparso mai come oggi in pericolo e che potrebbe essere salvato soltanto dalle convergenze parallele tra Washington, dove Trump punta tutto sulle crypto, e Roma, dove come purtroppo spesso accade , ogni tipo di novità viene recintata dal combinato disposto di norme fiscale e di norme più squisitamente… finanziarie.
Lo sapremo presto, ma non troppo. I tempi della politica non sono quelli della pur non rapidissima blockchain di Bitcoin. E si dovranno aspettare diversi blocchi prima di capire di che morte morire. O se espatriare – per chi vuole soltanto esposizione economica – verso prodotti più rischiosi come derivati e ETN/ETP, che però saranno nel caso trattati con un inspiegabile regime di favore… fiscale.
Senza lanciarsi in complotti da quattro soldi, una situazione che si potrebbe spiegare facilmente con l’estrema miopia di una classe politica che ha l’occasione, ultima, di non farsi detestare da un paio di milioni di italiani. A patto che questo, chiaramente, sia più importante degli ottimistici 16,7 milioni che la norma finirebbe per raccogliere da gente che ha investito redditi già tassati e che pagherà ancora di più su gain… già tassati come tutte le altre forme di investimento.
Di chiamate alla normalità ce ne sono state diverse: recentemente si è aggiunto anche l’On. Federico Freni, ricordando al mondo che sarebbe anche una questione di sviluppo economico e di gap con paesi limitrofi che invece si muovono diversamente.
Se sarà sufficiente o meno a far tornare il senno alle misteriose personalità che hanno spinto per il 42% lo scopriremo soltanto in commissione.
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