Donald Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Quando, nel cuore della notte, il percorso verso la vittoria del candidato repubblicano si è fatto unico e quasi scontato, Bitcoin ha fissato i suoi nuovi massimi di sempre, sopra quota 75.000$. Movimento questo quasi scontato, data la maggiore apertura di Trump verso il mondo crypto rispetto alla candidata democratica Kamala Harris.
La nottata elettorale è stata altrimenti priva di grandi scossoni, con la progressione del prezzo di Bitcoin che ha seguito di pari passo quella delle possibilità di vittoria dell’ex e futuro presidente degli Stati Uniti d’America.
Almeno sulla carta – e stando alle promesse elettorali – si dovrebbe aprire adesso una nuova stagione negli USA per il mondo Bitcoin e crypto. Un futuro che passerà non solo dalla figura presidenziale, ma anche da quella del suo entourage. Entourage del quale fanno parte diversi personaggi con legami diretti o indiretti con il mondo delle criptovalute.
Cosa cambia ora per Bitcoin e crypto?
Ci sono due scuole di pensiero agli estremi delle considerazioni su questa tornata elettorale. La prima è quella che ritiene che questo sia il pivot, il turning point, il punto di non ritorno verso il dominio globale di Bitcoin e crypto.
La seconda invece ricorda quanto instabili e mendaci siano le promesse fatte in campagna elettorale. E ci ricorda dunque quanto sia poco intelligente aspettarci qualcosa di meglio del contesto di oggi. Entrambe sono opinioni, tra le altre cose poste agli estremi, e che però non possono basarsi su fatti concreti. Noi proveremo a capire cosa c’è in ballo davvero, partendo dai personaggi coinvolti (e non solo da Donald Trump), tra chi arriverà e chi presumibilmente andrà via.
- Donald Trump
Ha fatto di tutto o quasi per portarsi a casa i single issue voter su Bitcoin e crypto, ovvero gli elettori che facevano della causa crypto l’unica possibile causa che li avrebbe portati a decidere. Si è presentato al Bitcoin 2024 e ha tenuto lì un comizio. Ha promesso la liberazione di Ross Ulbricht, ha pagato (anzi si è fatto pagare) un hamburger con Lightning Network, ha promesso che i Bitcoin del futuro saranno prodotti in America, impegnandosi a tutela del mining. Promesse elettorali, certamente di sincerità che dovrà essere confermata.
- Howard Lutnick
È per noi il quadro della questione crypto con il nuovo presidente. È a capo di Cantor Fitzgerald, che conserva una parte di enorme rilevanza del patrimonio di Tether. È il patrimonio che che è a tutela di USDT. Con Tether che è stato già attenzionato – per utilizzare il dizionario questurino – dalle autorità USA, potrebbe essere la vera svolta di queste elezioni.
- RFK
Kennedy è stato l’ago della bilancia sulla questione Bitcoin + Trump. Non è chiaro per il momento se avrà un incarico e nel caso quale sarà l’incarico. Le sue proposte sono state le più sballate in campagna elettorale, e dubitiamo che si dia seguito anche ad una soltanto di queste.
- Elon Musk
Probabilmente ha avuto più impatto sui mercati di quanto ci piacerebbe raccontare. È da tempo sostenitore di Dogecoin, con Doge che è stato il miglior performer di una nottata di verde diffuso. Difficile che si faccia portatore di istanze pro-crypto in modo diretto. Per i più ottimisti sarà comunque meglio avere lui che chi avversa direttamente il settore. Chi vivrà vedrà.
Per Bitcoin è nuovo massimo storico
Per Bitcoin è nuovo massimo storico, con il superamento nel cuore della notte, quando la vittoria di Donald Trump si è fatta più che possibile, dei 75.000$.
Prima di credere che da qui in avanti sia tutto in discesa però, si dovranno fare i conti con altri fattori, a partire da quelli macro. Si tornerà a parlarne il 7 novembre, quando FOMC deciderà di tagliare ulteriormente i tassi di 25 punti base.
Un trader anonimo francese ha scommesso tutto il suo patrimonio su Polymarket per la vittoria di Trump. Forse aveva già qualche informazione privilegiata? ha scommesso 40 milioni di euro e quando ci sono di mezzo queste cifre qualche sospetto ci viene. Comunque complimenti.