C’è un parallelo che va da Washington a Roma e che interessa Bitcoin e crypto. Non è una nostra ricostruzione fantasiosa, ma una tavola composta da diverse tessere del puzzle che ci sono state girate, direttamente o indirettamente, da chi a certi processi decisionali partecipa.
I due temi del momento sono oltreoceano la vittoria di Donald Trump – che ha già fatto bene e potrebbe fare ancora meglio al mercato sul breve periodo – e sulle nostre sponde invece la tassazione al 42%. Collegare questi due eventi non ha bisogno di fantasia, ma di qualche lettura del complesso gioco di equilibri che c’è in Parlamento, tra i banchi del Governo e nelle commissioni.
Ci sono buone probabilità che la battaglia contro il 42% si vinca. E la piccola goccia che arriva da Washington potrebbe giocare ulteriormente a favore di questa evoluzione.
Così sembrerebbe essere. La vittoria – schiacciante – di Trump ha dato manforte a quell’ala, invero probabilmente minoritaria – di trumpiani tra i banchi del governo. Trumpiani che – dicono quelli che sanno cosa sta accadendo – sarebbero lo zoccolo più duro dell’opposizione al passaggio al 42%.
Non ci sono nomi e cognomi? Le dichiarazioni negli scorsi giorni che sono arrivate dai banchi della Lega dovrebbero rendere più che chiaro quanti cori stiamo cantando e di quali canzoni si tratti.
No, non tutta la destra italiana è di ispirazione trumpiana o fa dell’asse ora rinvigorito con Washington uno dei capisaldi della propria proposta politica. Avere però dalla propria quello che non è più un candidato ma il Presidente degli Stati Uniti d’America potrebbe spostare l’inerzia di quel tanto che basta per mandare, una volta per tutte, in pensione il tentativo del 42%.
Sognare non costa nulla, ma è difficile pensare che ci siano per ora dei risultati migliori e possibili di un ritorno al regime attuale.
La situazione andrà seguita, perché per quanto da Washington arrivi un aiuto all’inerzia che sarà il benvenuto per chi non vuole farsi fiaccare dalle tasse, c’è ancora da lottare. E possibilmente protestare.
Il vento politico è di quelli che cambiano molto rapidamente – e farsi trovare impreparati potrebbe essere fatale per gli investitori italiani rei di aver dato credito a Bitcoin, crypto e compagnia.
Speculatori senza pietà che con altrettanta pietà andrebbero trattati dagli hooligan degli investimenti produttivi. Investimenti produttivi che, ça va sans dire, sono quelli che vengono suggeriti dai piani alti delle agenzie governative.
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