Economia USA ancora relativamente forte, per quanto la produzione industriale sia in leggero calo. Le notizie che arrivano oggi dai dati macro parlano di una recessione che ancora alberga soltanto nei video di qualche intrattenitore su YouTube – e della quale non si vede ancora traccia. Cosa che sta portando Bitcoin a interrompere la propria corsa (è complicato, vedremo più avanti perché) e in generale gli asset risk on a prendersi una pausa da una corsa che inizia praticamente da inizio anno.
Tutto finito? No: perché in realtà stiamo ancora camminando sul filo del rasoio, senza che ci siano cambiamenti di scenario decisi e radicali. O forse sì, perché dopo le parole di Jerome Powell di ieri, non tutti sono convinti del taglio ai tassi che dovrebbe arrivare il 18 dicembre, per quella che sarà l’ultima riunione del FOMC di questo anno.
Situazione difficile da leggere, senza però dimenticarci che Bitcoin è ancora in quota 90.000$ e che per quanto gli entusiasmi sui massimi si stiano affievolendo, siamo ancora più che aperti ad un futuro di buone aspettative.
Tagli ai tassi tornano in discussione: che succede? E perché interessa Bitcoin e crypto?
In realtà è vero che il taglio ai tassi è tornato al centro della discussione. Fino alla settimana scorsa si dava praticamente per scontato, mentre oggi è in dubbio come non mai. Siamo quasi al 50% / 50% su Fed Watchtool, che riporta in modo leggibile quello che i mercati stanno anticipando tramite futures sui Fed Funds.
Ieri Jerome Powell è intervenuto dicendo che non vede dall’economia alcun tipo di segnale per affrettarsi con i tassi. In altre parole: no c’è alcuna fretta perché l’economia è solida, cosa che è stata confermata dai dati arrivati oggi, venerdì 15 novembre, proprio dagli USA.
Vendite retail in crescita dello 0,4%, di uno 0,1% più delle previsioni (e in calo in termini di crescita rispetto al mese precedente. Prezzi esport e import sopra le aspettative e sopra il dato precedente. Ovvero in sintesi quello che stava maturando già negli scorsi giorni: l’inflazione potrebbe essere un problema più importante dell’eventuale recessione. E per questo dopo un taglio da 0,50% e poi uno da 0,25% si potrebbe tirare il freno a mano già da dicembre.
Ipotesi questa che sembrerebbe essere condizionata più dagli eventi recenti che da una lettura più ampia dei dati macro.
Perché interessa Bitcoin?
Perché Bitcoin reagisce in modo rapido a evoluzioni in termini di tagli, che poi impattano anche sulla liquidità disponibile sui mercati finanziari. Tuttavia si tratta di una questione di periodo molto breve – e se si dovesse davvero evitare una recessione, ovvero raggiungere il tanto agognato soft landing, sarebbe probabilmente meglio per tutti, anche per Bitcoin.
Bitcoin è un asset che non è mai stato testato in un contesto di recessione e crediamo che sia prudente non augurarsi di testarlo mai – o comunque non nel 2025. Cosa che impatterebbe – ammesso che si riproponga – sul ciclo che tutti o quasi si aspettano. Nel complesso è una situazione dunque difficile da leggere e che avrà bisogno di altri dati a supporto.
Cosa questa che è la stessa linea di Jerome Powell, che continua a prendere tempo perché è l’unica possibile alternativa ora, in uno stato confusionale che dura ormai da mesi. Bitcoin, al tempo stesso, ha dimostrato di essere forte a sufficienza da poter sostenere qualunque tipo di contesto monetario, fissando nuovi record proprio questa settimana.