Ancora imbarazzo sulle pagine dei più grandi giornali italiani, che con Bitcoin sulla soglia dei 100.000$ non può davvero fare a meno di parlare di Bitcoin. Queta volta tocca a Luca Iezzi di Repubblica, che lancia l’allarme: <<Prendetelo sul serio>> e poi infila una serie di supponenti strafalcioni che sono la fotografia di quello che è la stampa di questo sgangherato paese.
Da Tether che avrebbe registrato delle performance superiori a quelle di Bitcoin (in che senso?) alla necessità di intervenire con urgenza, anche se non si capito bene come, dove e soprattutto perché.
Scritto l’articolo, fatto il compitino. Chiamato l’intervento delle autorità, si può andare a dormire tranquilli. E non serve neanche preoccuparsi di verificare quanto si è scritto, anche quando non può essere oggetto di opinione, perché matematicamente dimostrabile.
Prendeteli sul serio, e possibilmente bastonateli
Carota e bastone. Luca Iezzi, dalle gloriose colonne di Repubblica, decide di fare il giro largo, almeno rispetto ad altrettanto prestigiosi colleghi. Dice che Bitcoin va preso sul serio, che i 100.000$ che si potrebbero raggiungere sono frutto di domanda da parte degli investitori, per quanto ci sia lo zampino del duo più odiato dalla gauche caviar europea, quello composto da Donald Trump e Elon Musk. E fin qui – al netto di qualche riflesso ideologico, potremmo anche esserci, se non fosse che si parte subito con una castroneria che più che da Repubblica, ci saremmo aspettati dalla compianta Corrida di Corrado.
Ben prima delle settimane post elezione Trump la principale delle criptomonete (ma performance analoghe, se non superiori hanno registrato altre divise come Tether o Dogecoin) aveva raddoppiato il proprio valore da 40 a 80mila dollari.
Avete capito bene. Tether, uno stablecoin, ovvero una criptovaluta legata al dollaro e che vale per definizione… un dollaro, avrebbe fatto registrare delle performance se non superiori a quelle di Bitcoin. Abbiamo controllato, nella vana speranza di vedere i nostri Tether… raddoppiati di valore. Invece nulla: come prevedibile valgono ancora 1$ e anche questa volta diventeremo ricchi la prossima. Poco male, andiamo avanti.
- 40 miliardi negli ETF ma è Iezzi che deve dirci che la domanda c’è
Apprezziamo lo sforzo, per carità, ma il mondo non ha bisogno dell’input di Repubblica per capire cosa sta succedendo a Bitcoin. Negli ETF lanciati negli USA sono entrati 40 miliardi di dollari veri (non marketcap, dollari veri), una quantità di denaro che in Italia vale una finanziaria intera. Quindi sì, su questo Iezzi ha certamente ragione, ma non averne sarebbe stato forse più clamoroso di Tether che batte Bitcoin con le sue performance.
La sorpresa non si fa attendere
Tanta voglia di ingraziarsi i crypto bro doveva avere un secondo fine. Basta scorrere qualche riga affinché si palesi. È urgente, scrive Iezzi.Regolamentare cosa?
Provenienza, costi reali, effetti sulla spesa energetica, tassazione (nazionale e internazionale) vanno tutti messi bene in chiaro e trasformate in variabili trasparenti e misurabili.
Un modo sofisticato di dire che servono le bastonate. Dimenticando però che a Bitcoin non interessa nulla dell’ipertrofia legislativa europea, che tra le altre cose è già tassato pressoché ovunque e che vedove e orfani già investono in Bitcoin, anche contro le dotte opinioni che trovano frequentemente spazio su Repubblica e sugli altri grandi giornali italiani.
D’altronde quando si è ormai irrilevanti, l’unica arma rimasta è quello dell’intervento della forza pubblica.