Cosa cambia ora con l’acquisto di 11 Bitcoin da parte di Intesa San Paolo? Ieri sera vi abbiamo confermato in anteprima una notizia che, per quanto riguardi un acquisto non di grandi proporzioni, può cambiare davvero tutto nel nostro Paese. Un Paese dove – ne è stata la dimostrazione quanto avvenuto in sede di Legge di Bilancio – vede le massime autorità, pubbliche e private, non sempre aperte a questo tipo di novità.
Ci sono però diverse premesse che dovranno essere considerate per cercare di fare un punto della situazione che vada oltre l’acquisto di 11 Bitcoin da parte del gruppo bancario che è il più importante in Italia.
E ci siamo presi la libertà di segnalare 4 possibili novità che verranno fuori da un acquisto dalla forza simbolica che è maggiore di quella più strettamente finanziaria.
Profeti in patria: Intesa San Paolo sconfessa tutti. E ora?
Intesa San Paolo non ha offerto spiegazioni sulle ragioni che hanno portato all’acquisto di 11 Bitcoin, per un controvalore di 1 milione di euro circa. Un acquisto che – chiaramente – date le dimensioni del mercato di Bitcoin non può avere un impatto diretto sul mercato, ma che cambia almeno 4 fattori di enorme importanza, tanto a livello europeo quanto a livello italiano.
- Nonostante ABI
Abi, tramite il suo presidente Antonio Patuelli, è da tempo tra le più feroci critiche di Bitcoin e del mondo crypto. Lo stesso Patuelli era intervenuto a favore della tassazione al 42% poi saltata in sede di Legge di Bilancio.
Sarà estremamente difficile da oggi in avanti mantenere una posizione del genere quando la più grande banca italiana ha deciso di dotare il proprio patrimonio di un numero (esiguo, per carità), di Bitcoin.
- Rischio valanga
Non è stata una piccola banca che ama sperimentare a comprare Bitcoin, ma l’istituto bancario più importante d’Italia. E questo potrebbe innescare una sorta di effetto valanga che costringerà altre banche italiane di grandi dimensioni a fare lo stesso. Staremo a vedere, ma la sensazione è che questa potrà essere una delle più importanti azioni a sponsorizzare il settore che potessimo aspettarci.
- Più aperti alle crypto e Bitcoin?
Le banche italiane in passato non si sono assolutamente distinte per apertura al settore. Tanti dei nostri lettori hanno denunciato a più riprese di aver ricevuto rimproveri o ancora di essersi visti chiudere i conti soltanto per aver interagito con degli exchange crypto.
Le cose cambieranno? Ci vorranno probabilmente dei mesi o degli anni, ma l’apertura di Intesa San Paolo può certamente dare una mano in questo senso.
- E se arrivassero le banche a…
Ci sono già prodotti strutturati sulle crypto e Bitcoin, anche in Europa. Di ETN/ETP ce ne sono tanti, anche su crypto a bassa capitalizzazione. È possibile pensare che le banche, o comunque questa banca, stia pensando di offrire servizi invece più diretti?
Per ora è soltanto una supposizione – che potrà essere confermata però nel caso in cui il gruppo dovesse confermare che l’acquisto è stato più di natura tecnica che di natura… economica. Per quanto Bitcoin faccia gola a tanti e per quanto siamo a meno di una settimana dal giuramento di Donald Trump, che dovrebbe aprire, negli USA, ancora di più al settore, per ora pensare che 1 milione di euro sia un investimento vero e proprio…