Sì, Donald Trump sta dominando il mercato crypto con il lancio di $TRUMP e $MELANIA. Oltre alle discussioni sul prezzo, sugli effetti, sull’andamento e su quanto ricchi sono diventati coloro i quali sono arrivati per primi, c’è un altro aspetto fondamentale da analizzare. Riguarda il ruolo di SEC, l’addio di Gary Gensler e – cosa più importante – cosa sarà lecito aspettarsi dal mercato crypto ora che l’agenzia è stata completamente esautorata dall’arrivo del nuovo presidente.
Il tema che ha circolato di più sui social è stato il seguente: Donald Trump ha fatto tutto di testa sua, ha aggirato le restrittive leggi sulle security negli USA e pertanto ora vale davvero tutto. Tutti potranno lanciare – impunemente – i loro token, seguendo la scia del Presidente.
Ad avviso di chi vi scrive le cose non stanno così: i token in questione saranno oggetto di class action, cause da parte di qualche regolatore (principalmente nazionale, come vedremo) e più in generale foriere di problemi soprattutto per chi le prenderà a esempio di ciò che si può e non si può fare con le crypto negli USA. Le due crypto sono disponibili già da Bitget – che qui ti regala una posizione dal controvalore di 1.200$ – se sei un nuovo iscritto e lettore di Criptovaluta.it. Ti basterà iscriverti e versare 300$ per avere in cambio la posizione di cui sopra.
No, non è finita qui: perché $TRUMP non libera tutti
Non è una questione di ciò che si pensa dei meme token lanciati da Trump. Al contrario, la discussione sulla natura di questi prodotti è pressoché inutile per capire cosa accadrà con quasi matematica certezza nel corso delle prossime settimane.
- La questione security
Le leggi degli Stati Uniti sono relativamente chiare su una questione: se stai vendendo un contratto d’investimento, allora devi registrarlo prima della vendita. Se non lo registri, allora sei nei guai.
La questione security è stata avanzata per tante crypto: Ripple per citare quella di maggiore capitalizzazione incappata in problemi con SEC, e tante altre che i nostri lettori certamente ricorderanno.
L’adagio del momento è il seguente: Gary Gensler si è dimesso, a capo di SEC c’è un amico di Trump e quindi è praticamente impossibile che SEC si scagli contro il presidente. Probabilmente vero, ma i problemi legali per questi due token arriveranno da altre tribune.
- New York, New York?
Sembrerebbe essere a oggi il centro nevralgico della resistenza anti-Trump e date anche le leggi specifiche sulle crypto e su gli asset finanziari, non ci stupirebbe vedere la procura o qualche avvocato in rappresentanza di qualche cliente cercare di portare Donald Trump e le società che gestiscono i suoi token in tribunale. C’è chi parla di possibilità del 100% che questo si verifichi. Probabilmente va preso in considerazione. Altrettanto probabilmente sarà difficile spuntarla.
Class action? C’è una rinuncia obbligatoria
Per quanto riguarda invece le class action, che pur sono popolari negli USA, c’è da segnalare un altro fatto. Nel contratto che si sottoscrive all’acquisto del token tramite il sito ufficiale, c’è una clausola di rinuncia a eventuali class action:
Nella misura in qui è consentito dalla legge, accetti di non avviare, aderire o partecipare a nessuna class action per qualunque tipo di pretesa, controversia o contestazione tu possa avere nei confronti di una delle Parti.
E quindi, almeno su questo fronte, l’intera operazione dovrebbe essere relativamente al sicuro.
E SEC?
C’è da dire che anche sotto la gestione Gensler SEC si è raramente occupata di meme token, preferendo concentrare i suoi sforzi su progetti di natura maggiormente finanziaria.
Anche qui le vendite dirette di token si sono messe al riparo dicendo che non si tratta di uno strumento finanziario, ma piuttosto di un modo per sostenere la causa di Trump. Funzionerà? È davvero questo il fulcro dell’intera vicenda? Si può opporre un disclaimer a eventuali richieste da parte di SEC?
Probabilmente non sapremo mai la risposta, perché aspettarsi a questo punto una SEC aggressiva verso progetti del presidente stesso è forse più una fantasia che un possibile sviluppo degli eventi.
Conflitto di interessi, affari del Presidente
Nic Carter su X parla di regole informali che impedirebbero al Presidente di avviare nuove attività o di guidarle, nel caso in cui fosse possibile un conflitto di interessi.
La questione non è di lana caprina. Trump ha effettivamente un ruolo nel futuro della regolamentazione crypto e il buon senso, almeno secondo l’opinione di Carter stesso, imporrebbe di astenersi da certe pratiche.