Ci sono tante cose che sono state capite poco, travisate, oppure banalmente ignorate dalla stampa mainstream nel commentare l’avvicinamento di Donald Trump, progressivamente, al mondo crypto e Bitcoin. Che si tratti di avvicinamento di cuore oppure dettato da logiche elettorali, poco cambia.
C’è stato un cambiamento importante di atteggiamento da parte del governo USA, che produrrà effetti di enorme importanza su tutto il settore. Dato che però si continua a discutere in modo superficiale di ciò che sta accadendo negli USA, è a nostro avviso utile discutere di 5 bugie o mezze verità che stanno inquinando il discorso.
A prescindere dalla battaglia di campo che uno potrebbe anche decidere di condurre contro la stampa tradizionale, riteniamo che si tratti di bugie importanti, perché se immagazzinate senza spirito critico faranno rimanere terribilmente indietro.
4 questioni di ENORME importanza per il mondo crypto e Bitcoin nell’era di Donald Trump
Se ne sono dette di tutte i colori – e riteniamo che sia il caso di provare a fare un po’ di chiarezza.
- Falso: non ci saranno cambiamenti sostanziali. È tutta facciata elettorale
Se Donald Trump e il suo governo non dovessero mai più pronunciare la parola crypto o Bitcoin da qui alla fine del mandato, sarebbe stato fatto comunque già tanto.
SEC ha creato una task force che risolverà tutti i problemi lamentati dagli exchange, a partire dall’impossibilità di registrarsi come appunto chiedeva SEC, senza però mai rivelare la procedura. Il cambio di passo è già sufficiente per ridisegnare a livello americano prima e globale poi la posizione di diversi player che hanno sede negli USA e che lì operano.
- Falso: l’operazione $TRUMP finanzia il presidente aggirando anti-riciclaggio & co
L’accusa arriva da Maxine Waters, che è nella commissione che si occupa a livello congrussuale di questioni finanziarie. In Italia l’ha ripresa Il Post, in verità prendendo per buone le affermazioni di Waters senza indagare né sul suo passato, né sulla natura stessa delle accuse.
Afferma Maxine Waters:
Trump ha creato un modo di aggirare le leggi anticorruzione e sulla sicurezza nazionale, consentendo a chi fosse interessato di trasferire denaro anonimamente a lui e alle persone a lui vicine
Questione che in realtà non si è mai verificata. Chi voleva acquistare direttamente da Trump – o meglio dalla società che gestiva il token – doveva passare da Moonshot. I pagamenti in valuta “vera” richiedevano KYC. I pagamenti via USDC no, ma sono comunque visibili onchain.
Sul passato di Maxine Waters nel mondo crypto – tra aperture a Sam Bankman-Fried, finanziamenti al suo partito da un exchange che operava dalle Bahamas e al quale stava per essere consentito l’acquisto di una banca con licenza federale, torneremo a parlare un’altra volta. Non si vuole difendere $TRUMP, operazione che ha lasciato di sasso anche tanti della nostra redazione, ma le critiche dovrebbero essere più sul pezzo.
- Falso: le crypto minacciano il dollaro, quindi prima o poi cambierà rotta
Un’industria crypto forte e che opera negli USA senza paura è il più grande veicolo di diffusione del dollaro. I due stablecoin più importanti, insieme, hanno tra bond USA e repo più di 150 miliardi di euro.
Tra le altre cose la loro esistenza porta a preferire valute ancorate al dollaro rispetto a quelle locali o ancorate all’euro da parte di chiunque voglia usare stablecoin per pagare.
Cosa che tanti giornali hanno ignorato: nello staff di Trump, e precisamente come Segretario del Commercio, c’è Howard Lutnick. È a capo di Cantor Fitzgerald, fa da cassaforte a Tether e ne avrebbe, pare, anche una quota.
- Falso: non è vero che cambierà qualcosa per la finanza tradizionale
Larry Fink, che non è esattamente il primo che passa, sta già iniziando a parlare di possibilità di trasferire bond e titoli onchain, dichiarandosi entusiasta.
Con un’amministrazione di questo tipo e di questo livello di apertura al mondo crypto, non è escluso che i mercati o dovranno abbracciare queste tecnologie, oppure migliorare – e di molto – la loro infrastruttura.