I venti stanno cambiando e in una direzione favorevole. Si apre così il lungo approfondimento pubblicato a firma di Frank Chaparro su The Block – qui in originale – insieme a Laura Vidiella, che è a capo delle relazioni con i crypto investitori da VanEck. VanEck che è tra le società più attive nei prodotti di investimento con sottostante in crypto.
Il vento che cambia è quello della politica, non vi è dubbio alcuno: ordine presidenziale di Trump già favorevole, la liberazione di Ross Ulbricht, dal valore simbolico ma importante e in ultimo, aggiungiamo noi, nomine molto favorevoli per il comparto.
Questo però è però quanto sappiamo già: ciò che è interessante di questo approfondimento proposto da VanEck è quanto sta cambiando tra gli allocator di capitali da quando, in novembre, è diventato chiaro il nuovo corso politico degli Stati Uniti a tema crypto.
Gli allocator tornano a cercare fondi crypto
È stato piuttosto evidente dai numeri che gli ETF hanno ripreso a registrare proprio nel mese di novembre. Numeri che su Criptovaluta.it® avevamo imputato sia all’arrivo dei grandi investitori (anticipato da BlackRock) sia più in generale all’interesse cresciuto tra i retail.
Dalle elezioni di novembre, gli allocator di capitali hanno cominciato a ri-contattare i gestori di fondi per diverse strategie, con un focus importante sulle strategie liquide negli Stati Uniti.
Investitori di questo tipo hanno preferito sempre guardare ai fondi venture per soddisfare questo tipo di appetito e ora qualcosa sta cambiando, perché con una amministrazione aperta al mondo crypto e Bitcoin c’è spazio per valutare anche esposizione verso questo comparto.
Ma quando arriveranno questi capitali nel mondo crypto?
Secondo la mia visione il secondo trimestre è più realistico, dato che le discussioni sulla due diligence richiedono del tempo. Le tempistiche comunque dipendono da fattori come il tipo di allocator, lo storico del fondo e la sua strategia.
Ci potrebbe essere dunque una terza ondata, dopo la prima alla fase del lancio, la seconda che abbiamo avuto in novembre (con l’arrivo anche di importanti istituzionali), e una terza che sarà guidata dagli smart allocator, che includono anche family office, fondi privati di un certo tipo, investitori singoli con grandi capitali alle spalle e anche fondi di fondi.
C’è spazio per tanto altro, non solo Bitcoin e Ethereum
Bitcoin e Ethereum possono contare su ETF che sono stati già quotati negli States. E quindi sono – anche per prestigio – la destinazione naturale di una parte importante dei capitali di cui sopra, che arriveranno nel settore.
Tuttavia è bene ricordare a tutti che soltanto ieri – e ne parleremo tra qualche ora anche su questo sito – sono stati aggiornati i form di approvazione degli ETF su Solana.
Sono state anche inviate richieste di approvazione fresche su Dogecoin e ci sono tanti altri asset sui quali poter investire, presto, via ETF. Ci vorrà più tempo? Dipende dai casi. Solana, con l’arrivo di $TRUMP e $MELANIA, che fungono da bollino presidenziale dell’effettiva solidità del network, potrebbe avere una spinta in più.
Il resto probabilmente finirà anche in panieri, in allocazioni minime ma comunque importanti, per un’apertura, questa è la nostra lettura, che coinvolgerà tutto il settore.