Le cose stanno evolvendo rapidamente. Nei 15 anni della storia iniziata con Bitcoin e che poi si è allargata con la nascita di nuovi progetti, i crypto entusiasti avrebbero potuto al massimo sognare di non essere infastiditi da leggi, regolatori e forze dell’ordine.
Le cose stanno evolvendo rapidamente perché ieri Donald Trump Jr., che non ha cariche politiche ufficiali ma è pur sempre il figlio del presidente, ha affermato a chiare lettere che le crypto sono il futuro dell’egemonia americana.
Può piacere o meno, non è questo il punto. Il punto interessante per chi opera in questi mercati è che le cose sono cambiate radicalmente, e l’eterno gioco tra guardie e ladri, che prima vedeva da un lato i regolatori dall’altro le crypto, ne uscirà ridisegnato in modo importante.
5 cose che cambieranno, o che forse sono già cambiate
Riguardano Bitcoin e anche il mondo crypto. E al netto delle comparsate della famiglia presidenziale, del lancio di meme token come $TRUMP e $MELANIA, i cambiamenti saranno (o sono già) molto significativi.
- Una parte dei bitcoiner ha perso
Hanno perso una battaglia, certamente non la guerra. La narrativa di Bitcoin come riserva di valore ha vinto lo scontro ideologico di questa prima fase. Bitcoin nelle riserve statali, Bitcoin contro l’inflazione, Bitcoin come assicurazione (finanziaria) contro il futuro.
I temi di cui si dibatte sono soltanto questi – con buona pace di chi apprezza il network, la sua libertà di accesso e anche l’impossibilità di imporvi severe restrizioni in termini di AML/KYC e compagnia.
Se si ha Bitcoin in portafoglio per cercare di guadagnare qualcosa, la situazione è ideale: Bitcoin viene celebrato per una sola faccia della medaglia, il prezzo va su (o comunque lo ha già fatto) e del resto, ciò che è più spinoso per le autorità, non si parla affatto.
- DeFi, un nuovo ciclo delle banche
Ieri Ondo ha presentato la sua chain. Ci sono novità tecniche per qualcuno interessanti, ma il messaggio vero è un altro. Ci stiamo riprovando. Con cosa? Con i network con validatori selezionatissimi – che nel caso di Ondo dovrebbero essere costituiti da aziende partner, che sono poi grandi operatori del settore finanziario.
Nessuno qui sta cercando di affermare che tali operatori siano necessariamente affini del Maligno. Tuttavia le nostre esperienze con blockchain non pubbliche le abbiamo già avuto. E sono sempre risultate in database costosi da gestire e con aperture nulle rispetto al sistema attuale.
La tokenizzazione è comoda? Certo. I gestori di certi servizi devono rispettare le mille regole in termini di compliance? Assolutamente sì.
Tuttavia questa è la fase storica nella quale si potrebbe spingere un po’ di più per cancellare delle regole che sono le principali responsabili della ricerca di libertà da parte degli appassionati crypto.
- Vale tutto, o quasi
Essere negli States converrà. Organizzarsi come la vecchia industria converrà. E converrà anche organizzarsi politicamente. Ora c’è un interlocutore che ascolta, che apre, che chiude e che non è geneticamente avverso alle soluzioni crypto.
Tuttavia questo approccio dividerà il mondo crypto in bollinati dalle autorità e progetti che proveranno a rimanerne fuori. Il presidio sarà intorno alla libertà di fare quello che si è sempre fatto, senza che la mancanza di una presenza in quella che è ora la giursidizione top per il mondo crypto sia di ostacolo. Ce la possiamo fare.
- Bentornata sperimentazione
Le nuove regole permetteranno a tanti attori del mondo finanziario di tornare a sperimentare. Non lo faranno tutti come sta facendo Ondo con la nuova chain.
Qualcuno proverà a forzare di più la mano – per rinnovare il design dell’infrastruttura finanziaria più di quanto farà Ondochain.
La guerra però sarà anche interna. Se prima pensare all’omogeneità di tutto ciò che coinvolgesse una blockchain era folle, ora lo sarà ancora di più.
- Europa finita
L’Europa ha avuto anni per sfruttare un vantaggio dato da una maggiore apertura a questo tipo di prodotti. Il MiCA è arrivato a mettere paletti in un posto dove i capitali sono già scarsi, dove l’innovazione latita e dove le regole sono già tante (e per stessa ammissione di Bruxelles, troppe).
Il gap è irrecuperabile. E lo diventerà ancora di più, perché tra un’America regolamentata e un’Europa regolamentata, nessuna persona dotata di raziocinio sceglierà mai la seconda.