La sessione asiatica non è stata di aiuto al mercato crypto e Bitcoin, che hanno anzi accumulato ulteriori perdite. All’apertura delle principali piazze del Lontano Oriente, Bitcoin ha lasciato sul terreno un ulteriore 3%, dopo aver perso durante la giornata di ieri quasi il 10%. Una situazione complicata, che può essere associata alla velocità con la quale l’amministrazione Trump ha deciso di imporre dazi.
Dazi sul Canada, dazi sul Messico e in ultimo dazi aggiuntivi sulla Cina, che hanno incontrato la pronta reazione di Pechino, che ha risposto imponendo dazi su pollame, soia e altre categorie merceologiche.
Perché dovrebbe interessare il mondo Bitcoin e crypto? Ci sono diverse considerazioni da fare, partendo dal fatto che le reazioni dei mercati difficilmente possono essere giudicate con il metro del giusto e dello sbagliato. Se i mercati hanno così reagito, è una constatazione dalla quale partire, piuttosto che da giudicare.
Guerra commerciale a tutta forza: si complica il soft landing?
L’ipotesi principale è che la guerra commerciale – vedi le proiezioni di Atlanta Fed sul PIL USA – possa causare dei problemi importanti all’ipotesi soft landing ovvero alla possibilità che si eviti la recessione nonostante un periodo di tassi relativamente alti.
Le proiezioni di Atlanta Fed sono scese nel giro di un mese di oltre 600 punti base, cosa non necessariamente condizionata da una guerra commerciale che non era ancora in corso. È chiaro tuttavia che ci sarà un prezzo da pagare. Quel prezzo si pagherà con una riduzione del commercio internazionale, e almeno sul breve periodo con qualche difficoltà nel riorganizzare le supply chain.
La cosa non piace agli asset risk on – ovvero agli asset che si comprano quando si ha una maggiore propensione al rischio. Non piace a Bitcoin, non piace alle altre crypto, non piace alle azioni.
- Perché Bitcoin e crypto sono così legati ai mercati tradizionali?
È una cosa che ci chiedete molto spesso sul canale Telegram, il motivo di una correzione così elevata. Non c’è un motivo: soprattutto in queste fasi i mercati – che poi sono la sommatoria di milioni di investitori come noi – ritengono che Bitcoin e crypto siano un asset troppo rischioso, data la situazione.
Sul fatto che lo scarico sia dovuto a un minore appetito per il rischio, è chiaro anche dalla performance dell’oro da inizio marzo. Dopo aver corretto dai massimi l’oro sembrerebbe deciso a tornare a sfidarli. E l’oro è il termometro più importante per valutare l’appetito per il rischio dei mercati in un dato momento. Oro che sale, appetito che scende. Appetito che scende, meno Bitcoin e crypto.
- 7 sessioni su 8 negative per BlackRock
L’altra anomalia che stiamo vivendo è sul fronte ETF. Mentre il grosso dei prodotti sono tornati in positivo o comunque sul neutro (niente inflow, niente outflow), per quanto per numeri ieri ridotti, l’ETF di BlackRock continua a perdere terreno. Certo, si tratta di somme ridotte rispetto ai 40 miliardi accumulati (ieri sono usciti 78 milioni), ma si tratta pur sempre di fuoriuscite, segnale di un appetito ai minimi per Bitcoin da parte degli investitori USA. Una situazione che è tutto fuorché definitiva, ma che andrà seguita.
I mercati odiano questo tipo di incertezza
Ripetiamo quanto abbiamo già affermato in una nostra analisi di ieri: i mercati odiano le decisioni improvvise e inaspettate o nei contenuti o nei tempi. È un problema che abbiamo in genere durante la fase iniziale delle nuove presidenze e che è aumentato dalla velocità alla quale Donald Trump e la sua amministrazione si stanno muovendo.
Confidiamo in un ritorno alla normale svolgersi delle attività di mercato non appena l’indirizzo della presidenza sarà definito in modo più netto, per quanto i mercati siano ancora piuttosto innervositi dalla velocità alla quale l’amministrazione continui a ridefinire i rapporti con gli alleati, con i partner commerciali e anche con i paesi apertamente ostili.
Intanto di successi ne cominciano ad arrivare, a partire dall’annuncio di investimenti per 100 miliardi di dollari da parte di TSMC negli USA. Buone notizie per gli USA e rinforzo positivo verso certe decisioni.