Con Bitcoin che si riavvicina a grandissimi passi al suo massimo storico, tornano in auge servizi che ritenevamo essere scomparsi. Parliamo delle diverse offerte di mining in cloud, che offrono macchine remote che potremmo utilizzare per fare, appunto, mining e cercare di guadagnare dal boom di Bitcoin.
Tuttavia questa rimane – ed è stata la nostra posizione di sempre – una modalità non conveniente e anche parecchio rischiosa per godersi Bitcoin e il suo grandissimo aumento di valore. Ci sono alternative più lineari, che ci impegnano meno e che soprattutto sono – almeno a nostro avviso – molto più trasparenti. Chi vuole cavalcare l’onda di Bitcoin troverà maggiore convenienza nello scegliere un broker come eToro (qui per il conto di prova gratis), che permette di andare ad investire direttamente su BTC, anche detenendoli in portafoglio e senza prendersi i rischi del mining in cloud.
Mining in cloud: come funziona?
Senza che questo debba diventare un trattato completo sul funzionamento del mining in cloud, è bene ricordare ai nostri lettori quali sono i principi di funzionamento di questo sistema.
- Si affitta un computer in remoto
La proposta di base è quella di affittare un computer oppure una macchina specifica per fare mining di Bitcoin, oppure di altre criptovalute. In realtà compriamo a pacchetto, ovvero prendendo una parte della macchina in coabitazione con altri. Avremo diritti, per tutta la durata del contratto, a sfruttarla per fare mining.
- La durata del contratto
È qui il primo dei problemi: perché in genere, affinché possa essere conveniente, dovremo scegliere un contratto di lunga durata. E quindi saremo esposti anche ad eventuali oscillazioni del valore di Bitcoin. Un rischio di impresa che grava su di noi e non su chi offre il servizio. Certo, avremmo lo stesso tipo di rischio investendo, ma potremmo chiudere posizioni. Cosa che non si può fare con i contratti cloud.
- Le fee
Anche le commissioni (che possono essere relative al consumo di elettricità) possono essere un problema. Non sempre sono chiaramente riportate nei contratti e spesso molti degli affittuari si ritrovano con una perdita netta proprio perché non le avevano calcolate.
- Server farm fantasma
L’ultimo dei casi che può rendere un apparente investimento in Bitcoin un incubo finanziario è il caso delle server Farm inesistenti. Bitcoin (e il mining) sono da sempre molto popolari e hanno sempre attratto anche loschi figuri che mettono in piedi sistemi anche complessi al solo scopo di truffare. È successo diverse volte nel mondo delle cripto, e anche purtroppo nel mondo del mining via cloud.
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Macchine poco efficienti: tanto vale minare da casa
Spesso inoltre questi servizi offrono macchine vetuste o comunque non al top dell’efficienza. E le inefficienze vengono scaricate, in termini di costi e di convenienza, proprio sul cliente che ha comprato il contratto.
Meglio a questo punto una gestione diretta, scegliendo tra il migliore hardware per il mining che possiamo comprare e magari installare anche nel nostro PC. Certo, non sarà il top rispetto alle macchine ASIC più performanti, almeno per quanto riguarda Bitcoin, ma avremo almeno il controllo diretto di quello che sta accadendo. E soprattutto potremo avere un prospetto dei costi sensato e spegnere il mining quando dovesse diventare poco conveniente.
Nessuno regala nulla – e questo vale anche e soprattutto nel mondo delle criptovalute – dove purtroppo gli sciacalli e i personaggi ambigui sono all’ordine del giorno. Senza che questo voglia dire che non ci siano anche persone oneste nel cloud mining. Ma prima di avventurarci, ci penseremmo comunque almeno due volte.