DOGECOIN – EDITORIALE CRIPTOVALUTA.IT – È stata la settimana di Dogecoin. Il meme token ha deciso di giocare con i grandi e in soli sette giorni ha quadruplicato il suo prezzo, entrando tra le prime 7 criptovalute per capitalizzazione.
Una corsa incredibile, che ha fatto al fortuna dei pochi che si sono mossi in anticipo su questo imprevedibile trend e che getta anche – come vedremo tra poco – qualche ombra sul mondo delle crypto. Senza schierarsi necessariamente con chi parla costantemente di bolla, sarà il caso, nel nostro editoriale della settimana, di fare il punto della situazione.
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L’incredibile boom di Dogecoin
La notizia della settimana, come abbiamo anticipato, è l’incredibile corsa di Dogecoin, che nel giro di una sola settimana ha quadruplicato il suo prezzo, attestandosi ancora sopra quota 0,30$ (nel momento in cui vi scriviamo), dopo aver superato anche quota 0,40$.
Una corsa che ha davvero dell’incredibile e che nessuno – noi di Criptovaluta.it compresi – era riuscito a prevedere. Sono ancora molto incerti i motivi di questo boom – e non è ancora chiaro se ci sia stata un’azione coordinata ad innescare una delle bull run più folli che il mondo delle criptovalute ricordi.
Ci sono però degli aspetti dell’intero ecosistema DOGE da ricordare, anche per avere delle coordinate utili a capire effettivamente il contesto.
- Balene o whales
Uno dei problemi più volte sottolineato anche da Elon Musk, CEO di Tesla e da sempre appassionato di Dogecoin. Una quota quasi maggioritaria di DOGE è detenuta da pochissimi wallet. Il che vuol dire che sono presenti pochi investitori che possono effettivamente fare il bello e il cattivo tempo su questa criptovaluta.
Un problema che in genere riguarda le criptovalute a bassa capitalizzazione e che è un caso più unico che raro per un token che oggi vale oltre 40 miliardi di dollari di capitalizzazione.
- I grandi account possono innescare il boom, ma serve hype per farlo proseguire
I grandi detentori di Dogecoin possono innescare una corsa del genere, anche semplicemente eliminando gli ordini di vendita limite sulle principali piattaforme. Ma ci deve essere un movimento poi popolare e che coinvolge anche piccolissimi investitori, affinché la bull run assuma queste proporzioni.
E questo è quanto avvenuto soprattutto nelle ultime 48 ore, che hanno addirittura visto le infrastrutture di alcuni intermediari, vedi Robinhood, cadere sotto i volumi di scambio inattesi su Doge.
- C’è troppa liquidità in circolazione
Senza entrare necessariamente nel politico, pensiamo di rilevare, in questo nostro editoriale, un problema che dovrebbe essere oggi sotto gli occhi di tutti.
La liquidità in circolazione non sa più che sbocchi trovare e dopo aver portato in modo organico al rialzo tutto il comparto delle cripto, oggi trova sfogo concentrandosi in modo violento su pochi token. Dogecoin è stato l’ultimo in successione, di giornate che hanno visto fortissimi rialzi anche per Dash e per tante altre criptovalute di vecchia generazione.
Entare in questi motivimenti vuol dire quasi sicuramente scottarsi
Anche se seguiamo, storicamente, un comparto ad altissimo rischio come quello delle criptovalute, non siamo di quelli che spingono i propri lettori ad investire senza criterio.
Seguire queste bull run, se fatto con le giuste tempistiche, può permettere di portare a casa dei profitti molto alti. Ma è altrettanto vero che si dovrà fare i conti con volatilità violenta e con il rischio di rimetterci il proverbiale osso del collo.
Nel chiudere il nostro recap ed editoriale settimanale – non possiamo che invitare tutti, anche nelle prossime ore, alla massima prudenza. Sia che si voglia investire al rialzo, sia che si voglia farlo al ribasso. Perché le prossime ore di Dogecoin potrebbero aprire a diversi scenari e la stabilità o la crescita organica non sembrano essere opzioni presenti sul tavolo.