Ottimi i risultati riportati da Argo Blockchain per le sue attività di mining. Per il mese che si è appena concluso, il gruppo ha portato a casa 166 Bitcoin, con un aumento di 3 unità rispetto al mese precedente. Il gruppo ha minato, anno su anno, oltre 700 Bitcoin – dimostrando che anche negli USA si possono avere impianti strutturati e che possono fare concorrenza allo strapotere cinese nel settore.
Con nuovi accordi che renderanno l’impresa la più grande degli Stati Uniti, con un aumento di capacità estremamente importante e investimenti altrettanto corposi – notizia che interesserà sia gli azionisti del gruppo, sia chi ha investito o investirà su Bitcoin sul medio e lungo periodo. Perché se un’impresa quotata in borsa ha piani di questo tipo, non può che voler dire che l’outlook per il settore è positivo.
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Come procedono le operazioni di mining di Argo?
Molto bene. Nonostante le fluttuazioni importantissime di prezzo per Bitcoin il gruppo ha portato a casa nel giro di un mese quasi 8 milioni di dollari. Numeri importanti per una società che si occupa, tra le altre cose, anche di offrire soluzioni di mining in sistemi cloud, condividendo così il rischio con gli avventori. Il tutto con un margine operativo dell’82%, che pochissime aziende di altri settori sono in grado di raggiungere.
Nel complesso, nell’ultimo anno, il gruppo ha potuto mettere le mani su 716 Bitcoin, somma importante, anche in relazione ai gruppi cinesi maggiormente strutturati, che controllano (nonostante si continui a parlare di ban), una quantità importante del mining su scala globale.
Interessanti le operazioni di allargamento delle operazioni
La questione ambientale di Bitcoin rimarrà per diverso tempo al centro delle discussioni, tanto negli USA quanto in Europa. Motivo che ha spinto Argo a stringere accordi con Wind Energy Transmission of Texas, che si occupa per l’appunto di energie rinnovabili di tipo eolico, e anche con AEP. Questi accordi porteranno 200 MW nella sede di Helios, nella divisione texana di mining dell’azienda. Un traguardo importante, che sarà replicato anche se in scala in Pennsylvania.
Il gruppo si appresta pertanto a diventare green quasi completamente – in un’operazione che, almeno a nostro avviso, trascinerà dentro nel tempo anche gli altri membri del Concilio Green che pur ha suscitato tante polemiche tra gli appassionati di Bitcoin.
Cosa vogliono dire per Bitcoin queste nuove evoluzioni?
A nostro avviso sono da interpretarsi in senso bullish. Sebbene l’orizzontalità ideale di Bitcoin mal sopporti l’ingresso di gruppi di questo calibro (e il loro allargamento), abbiamo avuto la prova nella querelle con Marathon che in realtà la community ha strumenti più che idonei per proteggersi.
C’è poco da temere, mentre nel tempo questo tipo di comportamenti aiuteranno Bitcoin a tornare ad avere una buona reputazione anche tra gli ambientalisti più integralisti.